1985 – Cracovia (Polonia)
Già dal 25.1.1985 prende consistenza una tournèe in Polonia, nella città di Cracovia.
Avviene un primo incontro con un rappresentante polacco per organizzare la tournèe e si stabilisce che lo scambio culturale avverrà nel mese di Settembre dal 21 al 29, successivamente i polacchi verranno a Fabriano.
In una assemblea generale del 21 giugno 1985 i coristi, tutti presenti, fissano il programma per la nuova tournèe, ma quello che è più importante dibattono il modo per riportare le esecuzioni concertistiche a livelli più consoni alla sua fama.
Si è constatato che la tournèe in Cecoslovacchia non aveva appagato completamente le aspettative dei coristi. Don Ugo stesso in un intervento appassionato si sfoga con i coristi, critica l’impreparazione di molti, lamenta l’assenza costante alle prove di altri, minaccia addirittura le sue dimissioni.
Sotto questi stimoli il gruppo si ricompatta e si decide che in Polonia si andrà .
Tutti, per garantire un livello artistico adeguato delle esecuzioni, si sottoporranno ad un calendario di prove che in prossimità della partenza sarà addirittura giornaliero.
Al ritorno soddisfazione generale: Don Ugo, entusiasta, ha parole di elogio per tutti. I tre concerti sono stati eseguiti perfettamente in modo particolare il terzo Nella cena di S. Cecilia revival della tournèe.
Riferiamo le impressione di Pietro Girolametti dal l’Azione n. 40 del 5.10.1985: “E’ molto difficile tradurre in parole le impressioni, le emozioni, i sentimenti che abbiamo provato in terra polacca durante i sette giorni della nostra permanenza. Una cosa però è facile dire: è stata un’esperienza meravigliosa, forse irripetibile, la più bella vissuta all’estero in questi ultimi anni dal Gruppo Corale “S.Cecilia”.
Perchè al di là della manifestazione artistica vera e propria, questa tournèe è stata caratterizzata dall’impatto con realtà assai diverse dalle nostre e soprattutto da quel rapporto di cordiale, fraterna, reciproca amicizia, da quelle dimostrazioni di stima e di simpatia che immediatamente, spontaneamente si sono instaurate tra noi e i nostri ospiti.
Il viaggio è iniziato sabato 21 settembre e già il giorno dopo, domenica, di buon’ora, alla frontiera tra la Cecoslovacchia e la Polonia, abbiamo avuto la prima delle attenzioni che i polacchi ci hanno riservato. Cinque giovani guide, due delle quali parlavano l’italiano, appartenenti alla Corale dell’Università Marie Curie Sklodowkiei di Lublino, di cui siamo stati ospiti, erano ad attenderci per darci il benvenuto e per accompagnarci nella loro città , a 450 Km di distanza. Giunti a destinazione dopo 36 ore di pullman, il gruppo fabrianese, composto di 40 cantori, con Don Ugo Carletti in testa, tre accompagnatori e due autisti, è stato sistemato in una delle numerose Case per studenti dello stesso Ateneo.
Il giorno successivo, lunedì 23, dopo un breve giro della città , ci siamo recati a rendere omaggio alle 360.000 vittime del campo di sterminio, ora Museo Nazionale, di Majdanek, a pochi Km. Da Lublino. Quante volte noi tutti avevamo sentito parlare, attraverso la stampa, la radio e la televisione delle atrocità commesse dai nazisti nei lager, delle camere a gas, delle docce al cianuro, dei forni crematori e dell’uccisione metodica e spietata di centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini di tutta Europa; ma vedere con i propri occhi, constatare di persona ciò che le menti diaboliche, bestiali, sanguinarie delle “SS” hanno messo in atto per farlo, è una cosa che ti fa rabbrividire, che genera pietà e rabbia insieme. Increduli ed inorriditi, abbiamo così passato in rassegna tutti gli aspetti e i momenti della vita e della morte di quei poveri esseri umani, seviziati ed assassinati, colpevoli soltanto di non essere tedeschi. Le stesse scene raccapriccianti vedremo ancora, in scala più grande, la mattina del 26, quando andremo al campo, ancor più tristemente famoso di Auschwitz, dove furono inceneriti quattro milioni di prigionieri, dopo tormenti e torture inenarrabili, dove sosteremo silenti presso la cella del condannato a morte per fame Padre Massimiliano Maria Kolbe. Nella cappellina di quest’ultimo “krematorium” Don Ugo celebrerà una Messa per tutte quelle povere anime.
Ma è meglio parlare di concerti, tre in tutto.
Il primo è stato dato lo stesso lunedì 23 a Lublino, nella bella chiesa di Kosciol PO – Wizytkowski, gremita di fedeli. Il programma, vasto ed interessante, oltre all’inno nazionale polacco, comprendeva canti polifonici classici, operistici e popolari, sempre accolti da calorosi applausi.
Maestro e cantori sono stati a lungo festeggiati e non sono mancate le richieste di bis ed autografi.
Il secondo concerto, quello ufficiale, ha avuto luogo nell’Auditorium della Università Marie Curie di Lublino, martedì 24, alla presenza della Direttrice della Corale polacca e del Rettore, una donna, la quale ultima ha porto il saluto al nostro complesso in perfetto italiano, cui ha risposto Don Ugo con belle parole; infine il Dott. Giancarlo Teatini, al quale va il merito della realizzazione della tournèe, ha rivolto, anche a nome del Comune di Fabriano, brevi e significative frasi al pubblico, affermando tra l’altro che il Coro di S. Cecilia è venuto in Polonia per portare un messaggio musicale che vuol essere sinonimo di amore, di pace e di libertà tra tutti gli uomini.
Dopo l’inno nazionale, i nostri hanno eseguito un programma che presentava alcune variazioni rispetto a quello del giorno precedente; i brani sono stati ogni volta molto applauditi, tanto che l’insistenza dei consensi da parte del folto uditorio ha fatto ottenere ben tre bis. Sono stati scambiati poi i doni, alcuni dei quali offerti dal Comune e dalle Cartiere Miliani.
L’ultima esibizione della nostra Corale è avvenuta mercoledì 25 a Naleczow, un’amena località immersa nel verde, a 40 Km. Da Lublino, famosa per le sue salutari acque termali e le cliniche cardiologiche. Al “Palac Malchowkich”, una bella sala settecentesca, affollatissima, i cantori hanno ottenuto il terzo successo. Ma bisogna dire che lo hanno sempre meritato, perchè il Maestro ed i coristi si sono impegnati a fondo, nonostante la fatica del lungo viaggio. Essi hanno dato il meglio di sè di fronte ad un pubblico che di musica e di canto ben si intende. Ammirevole il comportamento dell’intera troupe, che in ogni occasione ha dato prova di maturità e di sensibilità .
Una lode particolare va ad Olimpio Rossi, perfetto organizzatore, il quale coadiuvato da Quinto, Maura, Francesca ed altri, ha risolto brillantemente ogni problema. Un plauso agli autisti Franco e Mariano, bravi, gentili, educati e sempre ben disposti.
Continuiamo la cronaca del nostro viaggio: siamo oramai sulla via del ritorno, ma prima di lasciare Lublino e salutare i nostri amici, essi allestiscono per noi una grande festa, con dolci, regali, musica, canti e balli. Una serata indimenticabile, all’insegna d’una perfetta comunione di sentimenti e di intenti. Alle cinque guide di prima se ne aggiungono altre due, che lasciano Dublino con noi per seguirci ancora.
Giovedì 26, dopo la visita pellegrinaggio ad Auschwitz, di cui già abbiamo parlato, alla casa natale di Papa Giovanni Paolo II a Katowice e alla Chiesa dove egli è stato battezzato, di trasferiamo a Czestochova, dove è venerata, nel suo famoso santuario, la miracolosa icona della Madonna Nera, tanto amata dell’intero popolo polacco. Qui, all’altare principale, Don Ugo celebra la S. Messa. Infine raggiungiamo Cracovia, paragonabile per arte, storia e bellezza alla città di Praga.
Vi sostiamo anche il venerdì 27.
Sabato 28 salutiamo i sette amici all’uscita della città . Torneranno in treno. Il distacco è penoso; copiose lacrime brillano negli occhi di tutti; le nostre due interpreti polacche Giovanna e Jolanda, singhiozzano apertamente ed è difficile consolarle. Noi giungiamo a casa soltanto la sera di domenica 29, stanchi morti ma felici.
Arrivederci a Fabriano, amici carissimi della Polonia, quando a primavera la vostra Corale ci restituirà la visita. Vi aspettiamo. Con tanta semplicitè , con tanta naturalezza ci avete dato un grande esempio di ricchezza morale e spirituale, di fede, di bontà , di affetto. Ricorderemo sempre quanto voi tutti, benchè gravati da tanto problemi, avete fatto per noi. Pur non disponendo di cospicui mezzi finanziari, pur non possedendo il nostro benessere materiale, avete saputo offrirci una rara, squisita ospitalità , e, non bastando ciò, avete voluto donarci anche il vostro cuore.
Non lo dimenticheremo mai”.