1988 – Seckach ( Germania )

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1988 – Seckach ( Germania )

Dal 29 aprile 1988 al 2 maggio 1988 la Corale è in Germania a Seckach, città  formata dall’unione di tre grossi borghi siti ai margini della Selva Nera. Per questa seconda trasferta in Germania i primi contatti si hanno nel mese di Agosto del 1987, E’ Stefano Bachstadt, Preside di scuola superiore in Germania, appassionato studioso di Federico II, grande amante dell’Italia, nei suoi viaggi nella nostra Penisola alla ricerca di  luoghi legati alle vicende del grande imperatore, conobbe Gilberto Mingo,  funzionario della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, presidente della banda di Majolati. Con tale banda si realizza il primo contatto fra Seckach e l’Italia.

Gilberto Mingo informò della cosa il suo collega Olimpio Rossi che impresse alla cosa un’immediata accelerazione. In un ristorante di Majolati si incontrarono  Stefano B. e la moglie Griseldis, con Olimpio e Don Ugo e Gilberto Mingo come “mediatore”. D. Ugo diede a tavola il meglio di se, conversando amabilmente, chiedendo ad Olimpio il permesso di bere un bicchiere di più, suscitando  in Stefano e Griseldis immediata simpatia ed ammirazione. Il verdicchio  dei colli jesini suggellò tale amicizia .

E nel Gennaio del 1988 il nostro coro è ufficialmente invitato a partecipare ai festeggiamenti che si svolgono in quella città  il 1° Maggio per l’inizio della primavera. Per l’occasione si preparano 20 brani tra cui alcuni folcloristici e popolari. Si parte per la Germania in pulman il 29.4.1988 e si arriva a Seckach alle ore 10 del 30.4.1988 ospiti presso le famiglie tedesche. Annota A. Signori : “Venerdi sera, 30 Aprile, alla partenza, c’era, bisogna dirlo, un po’ di perplessità , sotto sotto, almeno da parte di noi giovani “. E finalmente, all’ora di pranzo del giorno dopo , eccoci a Seckach. L’accoglienza è tutt’altro che fredda: una folla allegra e festosa ci aspetta davanti alla Rathause, il Municipio, dove avviene l’assegnazione degli alloggi, per alcuni in famiglia , per altri in un bell’albergo, il St. Raphael. Il primo impegno è per la sera stessa: l’esibizione in piazza delle corali locali (ben tre) e della banda: poi tocca a noi. Scegliamo qualche canzone popolare italiana che ottiene immediatamente successo. L’indomani…finalmente teniamo l’atteso concerto. Un piccolo inconveniente: il parroco non vuole in chiesa l’esecuzione di brani profani, così dobbiamo modificare, pur senza problemi, il programma; inoltre non sono permessi applausi in chiesa, se non alla fine del concerto. Dopo il primo brano, un madrigale spirituale, un attimo d’assoluto silenzio, poi scoppia uno scroscio di battimani che porta all’uscita del parroco dalla chiesa. La pace col parroco sarà  presto fatta tanto che l’indomani Don Ugo ed il parroco celebrano insieme la S.Messa. Nessuno di noi si aspettava un successo così eclatante! Per concludere la serata: cena e canti al ristorante dell’albergo St. Raphael. L’indomani visita ai dintorni: la graziosa e medioevale Rothenbourg con un improvvisato piccolo concerto in piazza davanti a plaudenti turisti ed una suggestiva ” Ave Maria ” del De Victoria nella gotica cattedrale. Invitati poi dal borgomastro di un paese vicino, noto per la produzione di buon vino, andiamo a degustarne sei diverse qualità , pur se in piccoli bicchieri d’assaggio, mentre il nostro ospite e la sua anziana moglie ci intrattengono, tra un sorseggiare e l’altro, cantando duetti di sapore popolare inneggianti alle qualità  ed effetti del vino. Inutile dire i risultati .Immaginatevi un coro ” allegro ” cosa è capace di fare…La sera , al rientro, spaghetti e verdicchio per tutti offerti dalla corale e il giorno dopo il momento più commovente: prima di partire per Stoccarda ci viene chiesto un canto d’addio davanti il Municipio. Tutte le famiglie che ci hanno ospitato sono presenti ed alla tenera toccante antichissima Ave Maria di De Victoria gli amici tedeschi cominciano a piangere; la commozione è stata così contagiosa che ci è stato difficile terminare l’esecuzione. Tra sventolii di fazzoletti siamo partiti per Stoccarda, dove, visitato velocemente il centro cittadino abbiamo consumato l’ultimo pasto tedesco, prima di intraprendere,  il lungo ritorno a Fabriano.

Tutti, coristi e soci sostenitori al seguito , hanno espresso apprezzamento ed entusiastica partecipazione per questa indimenticabile esperienza. Il sig. Stelio Spacca, socio sostenitore , a proposito dell’esecuzione estemporanea di una Ave Maria del De Victoria in una suggestiva chiesa gotica di Rothenburg così si esprime: ” in quel momento il nostro Don Ugo e i cantori hanno inteso che quell’ Ave fuori programma era la stupenda conclusione di un viaggio meraviglioso. Quinto Balducci ci confessa in un suo scritto sempre sull’Azione: ” Vedere gli amici tedeschi, con in testa il borgomastro, salutare con le lacrime agli occhi, credo sia stato il riconoscimento più bello, che la corale abbia potuto avere per i suoi concerti in Germania. Un altro corista, Marco Gregori, così si esprime : ” Come dimenticare l’estrema disponibilità , affabilità , generosità  degli amici tedeschi e del loro borgomastro? D’altro canto andando ospiti nelle famiglie abbiamo avuto modo di entrare veramente in contatto con una nuova realtà , di respirare il modo di vivere di quella popolazione, di toccare con mano direttamente quelle che sono le loro tradizioni, le loro usanze, le loro abitudini giornaliere, i loro discorsi a tavola…E quelle serate, in cui stavamo insieme, tra un ballo, una birra, un sorriso, una canzone, un brindisi, una battuta metà  italiano, meta tedesco, un po’ inglese, un po’ francese, m’è parso che se il contatto umano era tra gli scopi del nostro viaggio allora lo abbiamo raggiunto pianamente” .Non sono mancati gli apprezzamenti degli amici tedeschi. Franz Bacher così scrive: ” Ho ascoltato il concerto nella chiesa di Sechach con i miei genitori. Era stato un gran lavoro convincerli a venire, ma dopo hanno sentito i primi brani e sono stati felici di essere venuti. Era una spettacolo di dolcezza e fortezza, di armonia in ogni momento. Per me è stato molto impressionante, specialmente il brano ” Signore delle cime “. Dentro di me ha destato sentimenti così forti, come finora avevo avuto poche volte. Era come se il coro si fondesse in unico corpo, in un’unica voce. E’ stato per me un avvenimento meraviglioso “.Ma gli echi di questa trasferta non sono finiti qui ed in data 5.5.1988 il Borgomastro di SecKach sig. Ekkehard Brand così scriveva al sindaco di Fabriano:” Egregio sig. Collega! Alla fine della settimana scorsa il Coro di S. Cecilia ha fatto visita alla nostra città . I membri del coro sono stati ospitati in maggior parte presso le famiglie. Durante il di questi 3 giorni si è sviluppato un rapporto cordiale per entrambe le parti. Il Coro grazie al suo alto livello musicale ha lasciato una profonda impressione. Questo si rileva anche dall’articolo della stampa che allego. Il Coro S. Cecilia ha entusiasmato i nostri cittadini. E’ stato un ambasciatore eccellente della vostra città  e dell’Italia. Per questo posso congratularmi tantissimo con il Coro, il suo direttore Don Ugo Carletti ed il suo dirigente sig. Olimpio Rossi. Sarebbe bello approfondire ancora i rapporti allacciati. In caso di una ns.visita in Fabriano sarei ben lieto di conoscerla personalmente.” Ed infatti.l’anno dopo gli amici di Seckach arrivano a Fabriano, ospitati presso le famiglie dei coristi per tre giorni il 28/29/30 Ottobre 1989. Gli ospiti tedeschi, con in testa il loro Borgomastro, sabato 28 sono ricevuti in Municipio dal Sindaco di Fabriano Dr. Antonio Merloni. Nella serata di sabato si consuma una ” cena tedesca “, ricambiata poi con una ” cena italiana ” offerta dal ns. coro. Gli amici tedeschi visitano la tomba di Don Ugo Carletti, le Grotte di Frasassi, vanno in gita a Loreto, e tornando si fermano presso lo stabilimento per l’imbottigliamento del verdicchio di Fazi e Battaglia di Castelplanio Stazione. Il giorno 31 ottobre si rinnovano le scene di commozione alla partenza .

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