1999 – Seckach (Germania)

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1999 – Seckach (Germania)

Questa trasferta in Germania fa seguito alla visita che nel mese di novembre del 1988 il sindaco di Seckach ed altri rappresentanti tedeschi fecero a Fabriano per l’inaugurazione della nostra sede recuperata dai danni del terremoto anche con il loro contributo. Di questo quarto incontro con gli amici tedeschi il Dr. Palego così scrive sull’Azione n. 21 del 22.1999: “La banda di Fabriano, il giorno di S.Cecilia, dopo aver eseguito la celebre marcia, aveva intonato l’inno tedesco, in onore dei nostri ospiti che dalla Germania erano venuti ad inaugurare la nostra sede restaurata dopo il sisma.
La generosità  dei cittadini di Seckach, piccola città  del Baden Wurtenberg aveva fatto il miracolo di restituirci la nostra sede storica, prima di qualsiasi associazione fabrianese. Bellissima giornata in cui il Sindaco di Seckach e i suoi amici si erano immersi nella calda atmosfera di una nostra bella tradizione, suggellando così dieci anni di amicizia, una specie di battesimo di Fabrianesità  ufficializzato dall’incontro con il nostro Sindaco. In quella occasione avevamo solennemente promesso di tornare in Germania, per l’inaugurazione di un complesso sportivo a Seckach, per esprimere in qualche modo la nostra gratitudine.

Ma non è per sdebitarci che siamo tornati a Seckach, per noi questo viaggio è un occasione per rivedere amici sinceri, ognuno è ospite da anni della stessa famiglia. Appena arrivati, in italiano, tedesco, inglese e con ogni espediente ci comunichiamo la gioia di stare insieme e le notizie salienti delle nostre famiglie, ci scambiamo doni.
Questa volta siamo stati accolti con grandi onori: due di noi sono stati invitati al pranzo di gala per l’inaugurazione dell’impianto, alla presenza delle massime autorità  politiche del Baden Wurtenberg (antica Svevia).
Il concerto poi, nell’auditorium del nuovo edificio, è stato un successo strepitoso.
Il nostro maestro Marcello Marini, ha mirabilmente messo insieme brani di polifonia classica di Palestrina, con composizioni di Rossini, canti popolari e di montagna con i Beatles. La nostra fantasia latina è stata ancora una volta premiata: un’autentica ovazione ha accolto la fine dell’esibizione, ma ci ha fatto davvero piacere la commozione di alcuni vecchi emigranti italiani che vivono da 40 anni in questa cittadina, che hanno chiamati “angeli” i nostri coristi. Ci dicono i nostri amici che nella stampa locale, grande risalto ha avuto la nostra esibizione con commenti
e recensioni entusiastiche.

Sull’Azione n. 22 del 29.5.1999: “S. Cecilia: un fan club sorto in Germania” riferisce sul risalto dato dalla stampa tedesca alla visita del coro fabrianese, ecco il testo tradotto in italiano: “Nel fine settimana il Coro S. Cecilia di Fabriano è stato già  per la quarta volta ospite a Seckach ed ha entusiasmato un grande pubblico durante il concerto per l’inaugurazione dell’impianto sportivo “Seckachtalhalle” e durante la funzione domenicale. I concerti eseguiti in molte città  italiane, come Roma e nel famoso Santuario di Maria di Loreto presso Ancona, ma anche in Polonia, Cecoslovacchia e Germania evidenziano l’importanza sovraregionale del coro fondato nel 1953 da don Ugo Carletti. “Presso questa comunità  voi avete già  un fan club”, assicurava il sindaco Ekkehard Brand ai membri del Coro, al loro direttore Marcello Marini, al presidente Elio Palego ed al manager Olimpio Rossi. L’amicizia con il Coro di Fabriano dura da più anni, “nella gioia e nel dolore”. A tal proposito nel settembre 1997 furono apprese con grande tristezza le notizie del terremoto nella regione centro-italiana Umbria, che avevano reso senza tetto più di 10.000 persone a Fabriano. La più che ben riuscita raccolta di beneficenza a Seckach per gli amici italiani dimostrò il grande legame e la solidarietà  tra Seckach e la cittadina di 30mila abitanti ai piedi dell’Appennino marchigiano, lontana circa 1.100 Km.
L’inaugurazione della Seckachtalhalle” era un giorno importante per la comunità , spiegava Ekkehard Brand. Con l’aiuto della Regione vi sono stati investiti 4,6 milioni di marchi in dieci mesi di costruzioni. “Che c’è di più bello che trascorrere con amici un giorno così”. Nel maggio 2001 il coro torna ancora a SECKACH in un’occasione straordinaria. invitato ufficialmente dal Sindaco per la celebrazione dei 50 anni della fondazione del “Villaggio del fanciullo”, una grande opera benefica creata da un sacerdote italiano. E’ presente anche il presidente della Comunità  Europea Romano Prodi che in questa istituzione ha, da giovane, prestato la sua opera. E’ per il Coro un impegno di grande onore e prestigio.

Su questo viaggio a Seckach esistono altre testimonianze del sig. Rolando Paoletti e del Presidente Dr. Palego tratte dall’Azione n. 21 del 26.5.2001.
Di Rolando Paoletti: “Gli appunti di viaggio dalla terra tedesca” – “Nei giorni precedenti la recente domenica elettorale il Coro “S.Cecilia” si è recato in Germania, presso una piccola cittadina di poche migliaia di anime e di notevole vocazione per la musica, chiamata Seckach, e con la quale da molti anni il nostro coro ha instaurato una specie di gemellaggio musicale con visite periodiche dall’una e l’altra parte nei rispettivi paesi.
In quest’occasione la visita, alla quale ho avuto la fortuna di assistere grazie all’invito del Presidente del Coro “S.Cecilia” Dott. Elio Palego, rivestiva un particolare significato perchè coincideva con i festeggiamenti per il cinquantenario della fondazione di una grande istituzione locale, nata originariamente per assistere bambini e ragazzi che avevano perso i genitori durante l’ultima guerra mondiale.
La costruzione degli edifici di questa istituzione, avvenuta tra gli anni 50 e 60 fu possibile grazie all’apporto determinante del lavoro volontario di giovani venuti da vari paesi Europei, tra cui l’Italia. Uno di questi giovani era l’attuale Presidente della Commissione Europea prof. Romano Prodi.
Il coro è arrivato quindi a Seckach con la speranza, accompagnata magari anche da un po’ di apprensione, di poter cantare di fronte ad un illustre estimatore. E nonostante un viaggio molti faticoso, con partenza all’alba e arrivo a notte fonda, i nostri coristi sono stati senz’altro confortati dall’accoglienza calorosa delle famiglie ospitanti che li hanno aspettati, senza
aver cenato, con le tavole imbandite. Il giorno successivo, dopo una giornata dedicata ad un breve giro turistico organizzato dai nostri ospiti con una precisione che quasi sconfina con la pignoleria, dopo una rapida prova e una cena consumata alle sei del pomeriggio (!), è iniziata la serata commemorativa.
Alle otto di sera, in una e affollata sala polivalente in cui erano disposte lunghe tavolate, accolto da uno scrosciante applauso, è comparso il prof. Romano Prodi che con molta semplicità , visto il caldo, si è tranquillamente tolto la giacca, presto imitato, con molto sollievo, dalle autorità  locali. Dopo l’esibizione della banda musicale di Seckach e di un discorso del Sindaco locale pieno di apprezzamenti per l’operato di Prodi e di considerazione e stima per gli ospiti italiani, si sono esibiti i coristi di Seckach. I momenti magici della serata dovevano ancora arrivare: il discorso di Prodi, che tutti aspettavamo, e l’esibizione del coro S.Cecilia. Il discorso del Presidente della Commissione Europea, volto con molta semplicità  al ricordo del periodo passato a Seckach nel 1958 lavorando duramente come semplice muratore e dedicato alla considerazione che già  in quegli anni nasceva la speranza di una Europa comunitaria, l’apprezzamento per l’affetto evidente tra i nostri coristi e le famiglie tedesche
che li ospitavano, qualche felice battuta espressa in lingua tedesca, hanno entusiasmato i presenti. La successiva esibizione del “S.Cecilia” li ha prima commossi poi infiammati, tanto da indurli a “sforare” il programma. Cosa quasi inconcepibile da quelle parti, chiedendo il bis con applausi scroscianti.
Verso la fine della serata Romano Prodi si è soffermato a complimentarsi con i coristi per la qualità  artistica dell’esibizione. Alla domanda di un appassionato ciclista, casualmente presente, che dubitava delle sue prestazioni (giro dei quattro passi dolomitici etc.)rispondeva accorato di non aver ormai più tempo per queste cose ma di aver fatto ben altro in sella alla bici, mentre alla successiva considerazione sui dolori che ogni ciclista ha sperimentato sul proprio fondo schiena esclamava: “Bisogna avere le mutande di latta che ho io!”.
All’appassionato ciclista è rimasto il dubbio che Prodi alludesse a qualcos’altro. In ogni caso la serata è finita piacevolmente tra interviste, fotografie ricordo e qualche bicchiere di birra. Il giorno successivo, chiuso il capitolo Prodi, nuovo giro turistico in pullman con sosta presso il monastero nel quale si produce una deliziosa birra scura ed in cui era previsto di consumare il pranzo.
Il caso ha voluto che dopo una bella bevuta
favorita dalla giornata di caldo, nella grande sala da pranzo che ci ospitava si levasse un bel canto tedesco. Ovvio che, dopo l’applauso di rito, i “nostri” facessero sentire la loro potente voce intonando uno dei pezzi del repertorio. Ebbene, sarà  per un sottile senso di sfida, oppure per la birra, ma da quel momento è iniziata un impareggiabile dialogo canoro che ha incantato e commosso i presenti. Essere al centro di un coro che canta, vi assicuro, è un’esperienza irrepetibile.
A chiusura della visita del “S.Cecilia a Seckach era previsto un concerto, in una località  vicina, con il solito orario di inizio alle otto di sera. Anche in questo caso la sala era al completo, e dopo l’esibizione della banda musicale e dei cori del luogo, il Sindaco di Seckach e successivamente il nostro Dott. Palego si sono cimentati, prima l’uno e poi l’altro, in discorsi di commiato semplici e toccanti. Non c’è poi bisogno di dire che il conclusivo concerto del coro di Fabriano ha entusiasmato come non mai i presenti, al punto che alla fine del concerto qualcuno dei coristi, toccato sia dalla bellezza della musica che dagli applausi calorosissimi, mi ha confessato di avere gli occhi umidi di commozione.
Finiti il concerto ed il piccolo rinfresco finale è arrivato
il momento del commiato, poichè la partenza per l’Italia era prevista a mezzanotte in punto. Molto italianamente i nostri amici tedeschi si sono esibiti in abbracci calorosissimi, e mentre gli ultimi ospiti italiani sfilavano via dalla sala ormai semivuota, si levava un bel canto di “auf wiedersehen”. Alla fine la partenza è avvenuta alla mezzanotte e un quarto, quel quarto d’ora di italianissimo ritardo, davanti ad una piccola folla di tedeschi, compreso il loro sindaco, che si sbracciavano in saluti. Questi due giorni passati a così stretto contatto con una comunità  così diversa dalla nostra costituiscono un’esperienza forte che difficilmente si dimentica”.

Di Elio Palego: “S.Cecilia, un coro europeo” – Una trasferta in Germania e l’incontro con Romano Prodi – “All’improvviso una macchina blu, Prodi e Signora sbucano fuori dalla portiera spalancata. Impazziscono i fotografi e cameraman della TV nazionale e delle TV locali, tutti spingono, urlano, porgono microfoni a Prodi, un gran trambusto, mentre noi del coro ce ne stiamo un po’ in disparte. Il Sindaco di Seckach presenta a Prodi le massime autorità  del Baden Wurtenberg, alcuni parlamentari del parlamento tedesco, poi a sorpresa anche noi del coro, suoi invitati speciali, non per nulla, una straordinaria amicizia lega la nostra corale a questa cittadina, da ben 13 anni. Consegno a Prodi una lettera del Sindaco di Fabriano, gli spiego da dove veniamo, ma lui conosce molto bene Fabriano, e che razza di viaggio il coro ha affrontato per non mancare a questo incontro.
Il pullman si è fermato infatti all’ingresso della galleria del Gottardo, aspettando quasi 4 ore che il traffico venisse ripristinato dopo un incidente. Gli racconto anche che con un mio amico, abbiamo fatto 4 giorni di bicicletta nella Foresta Nera, prima di giungere all’appuntamento e così catturo la sua attenzione, intanto Olimpio gli presenta il coro e gli fornisce alcune notizie della sua storia.
A tavola lo vedo prendere appunti durante gli interventi delle autorità , consultarsi con la moglie, rispondere senza spazientirsi ad alcuni assillanti postulanti, che gli si avvicinano alle spalle. In un momento di tregua gli spiego che il coro, come sempre facciamo vicendevolmente nei nostri contatti, è ospite delle famiglie tedesche e che durante il terremoto, questa piccola cittadina ha raccolto per noi con grande generosità , durante una festa opportunamente organizzata, alla presenza del console italiano a Stoccarda, una cospicua somma che ci ha permesso
di restaurare la sede della corale S. Cecilia gravemente danneggiata dal sisma.
Lui rimane molto colpito da quanto gli ho detto e quando prende la parola, subito ringrazia i nostri amici per quanto hanno fatto per Fabriano, suscitando gli applausi dei presenti. Questa solidarietà  è un po’ un costruire l’Europa. Un altro cronista poi riferisce, con dovizia di particolari, in altro spazio, della nostra informale conversazione ciclistica con il Presidente che ha tenuto a informarci che la domenica precedente aveva scalato il passo della Futa. Gli amici tedeschi hanno molto apprezzato la visita di Prodi, anche a noi è sembrata persona molto disponibile e realmente motivata nel suo impegno di costruire l’Europa.
La serata successiva, il concerto con cui abbiamo inaugurato un impianto polivalente dedicato allo sport, alla musica, ad ospitare convegni. Mi astengo dai consueti apprezzamenti ed epinici sul concerto e sul coro. Mi permetto solo di ricordare il successo personale anche del nostro maestro Marcello Marini che ad un certo punto del concerto, ha preso il microfono per dedicare un brano di sua composizione ad un organista italiano scomparso di recente, il maestro Pietrobelli, che era vissuto a Seckach per 50 anni, molto amato e rispettato da questa comunità .

Ha spiegato il nostro maestro che nell’ultima visita, conversando con Pietrobelli, aveva colto nelle sue parole una straordinaria ed inattesa sintonia artistica che l’aveva molto toccato, il vecchio organista aveva perfettamente recepito il messaggio musicale di Marcello. Anche a me disse in quella occasione dopo la nostra esibizione, che gli era sembrato di sentire gli angeli, forse aveva ragione, visto che morì non molto tempo dopo.
Vorrei infine sottolineare la straordinaria esperienza umana che la corale S.Cecilia ha ancora una volta vissuto in questa cittadina tedesca, con momenti addirittura di commozione, un qualcosa che ci appaga intimamente e che ci resta nel cuore, un patrimonio di sensazioni belle cui attingere nei momenti meno felici”.

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