Splendida esecuzione del Santa Cecilia
Venerdì 25 novembre, nella chiesa di San Venanzio, il gruppo corale Santa Cecilia ha tenuto l’atteso concerto in onore della sua patrona, eseguendo la Messa solenne in sol maggiore composta da Luigi Cherubini per l’incoronazione di Luigi XVIII per coro e orchestra, nella non meno efficace versione per coro e organo, specie se lo strumento accompagnato è quello della nostra Chiesa Madre. Non formulerò un giudizio artistico su questa performance, che è giustamente riservato ai musicologi, ma si lasci ad un vecchio corista che ha partecipato per anni agli avvenimenti artistici e non solo di questo sodalizio, di esternare le sensazioni vissute all’ascolto di questa esecuzione, anche se non sempre è facile tradurre in parole i moti dell’animo. C’erano l’ambientazione suggestiva della Cattedrale e la posizione occupata dai cantori sugli stalli del coro a meglio sfruttare le possibilità acustiche della chiesa, consentendo la percezione degli intrecci vocali del commento organistico. C’era la sicurezza dell’esecuzione da parte del coro, le cui voci al gesto del maestro Marini sembravano plasmate come la creta nelle mani di uno scultore, ad interpretare ogni risvolto della musica di Cherubini. Quei pianissimo quasi sospirati, quei fortissimo squillante, il dialogare stretto, incalzante delle sovrapposizioni vocali rivelavano la preparazione accurata ed un talento espressivo, che la guida maestrale ha saputo indirizzare ad una esecuzione esemplare. L’organo di San Venanzio è un bello strumento, ed il maestro Angelo Rosati ha saputo utilizzarne con arte tutte le qualità a tal punto da non far rimpiangere la presenza di un’orchestra. Il pubblico numeroso ha partecipato attento e silenzioso ed è poi esploso in un calorosissimo applauso finale che ha ripagato l’impegno degli esecutori, dal maestro Marini all’organista Rosati, alla corale Santa Cecilia, perché tutti hanno, in mode eccellente, contribuito a donarci un’ora di vero godimento.
A. Colacito Sul prossimo numero sarà pubblicato un articolo di Marco Agostinelli sulla stessa iniziativa