E Perugia si innamora del nostro coro

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E Perugia si innamora del nostro coro

A Perugia, nella Basilica di San Pietro, in occasione della sessantesima edizione della Sagra Musicale Umbra, quest’anno con un cartellone particolarmente ricco (Zubin Mehta, Salvatore Accardo, Antonella Ruggero, Maurizio Pollini, tanto per citarne alcuni) è stata eseguita la Messa Solenne in sol maggiore di Cherubini. Protagonisti l’Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’ Umbria e le Corali Santa Cecilia di Fabriano e Manetta Alboni di Citta di Castello, diretti dal Maestro Giuliano Silveri. Un Opera rara, della quale nei tempi attuali si ricorda una sola esecuzione nel 1987 al Quirinale, scritta per l’incoronazione di Luigi XVIII di Borbone, e che non hanno mai ascoltato né il Sovrano della Reggenza, né il suo autore in quanto le contingenze politiche la resero inattuale già all’indomani della sua stesura. “Alla Sagra, musica da Re” titola “Il Giornale dell’Umbria” e in un articolo il critico musicale Stefano Ragni scrive: “Sfolgorante esplosione corale nel pieno stile dell’antica Sagra musicale. Incastonata al centro del cartellone, la serata dedicata a Cherubini, è un appuntamento che risponde ai non pochi requisiti che deve possedere uno spettacolo da festival. Il primo dei quali è la novità dell’ascolto. Il secondo requisito è quello di affidare l’esecuzione a un complesso che vanti un qualche peculiare carattere che ne giustifichi la presenza in pedana. E l’orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria ha al suo attivo da venti anni un’assoluta territorialità, perché vive ed opera nel pieno contesto sociale e civile della comunità che esprime. Altro elemento positivo del concerto di San Pietro è la presenza di una formidabile massa corale composta da due formazioni, la Marietta Alboni di Città di Castello e la Santa Cecilia di Fabriano. Ambedue le compagini operano sotto le cure di Marcello Marini e la bravura e l’esperienza di questo Maestro sono riscontrabili nella piena risposta che i cori hanno fornito nella partitura cherubiniana. Musica dalla tessitura sempre alta, una dinamica che passa dal sussurro al grido giubilante e una compattezza del trattamento vocale che chiama ogni sezione a un serrato rendimento ritmico. Molte sono le bellezze raccolte dei cinque numeri dell’Ordinarium ed è quanto si rileva in un ascolto che sfogli con attenzione ogni pagina sonora. A Guliano Silveri il compito di connettere entusiasmo e devozione liturgica in un percorso che non di rado fa riferimento del miglior Cherubini operista. La particolare destinazione regale ha convinto il direttore romano a far cantare con enfasi la formazione corale, amalgamando la compagine orchestrale sugli impasti più bruniti dei legni e degli ottoni. Un percorso di sorprendente efficacia che ha accomunato e Silveri e Marini nel prolungato applauso di un pubblico presente come nelle migliori serate”. Il critico Mimmo Coletti sul giornale “La Nazione” scrive: “Trionfale, fastosa, splendente d’una ricchezza senza pari è la Messa Solenne di Cherubini. Nella Basilica di S. Pietro, gremita, c’è l’orchestra sinfonica di Perugia e dell’Umbria, guidata dal suo direttore Silveri e le corali Alboni di Città di Castello e S. Cecilia di Fabriano magnificamente preparate da Marcello Marini. Un organico possente, disposto in bell’ordine nel presbiterio, amalgamato e pronto ad assecondare il gesto del direttore. Silveri guida con sensibilità, esalta le vibrazioni più intime, sorveglia, e poi scatena l’energia dirompente, modula i sussurri e le attese trepidi. Il dialogo tra archi, fiati e percussioni è perfetto, le voci si innestano con armonia solare La rilettura di questa pagina piena di esaltazione diventa un merito da non passare sotto silenzio”. Dopo questi autorevoli commenti e la presenza al Concerto di alcuni competenti e appassionati fabrianesi non sarebbe opportuno riproporlo nel contesto locale?

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