Gruppo Corale S. Cecilia

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Gruppo Corale S. Cecilia

Un’associazione che opera per 50 anni in una realtà piccola come Fabriano, finisce col segnare la città con la sua presenza a vari livelli. La melodia che inonda talora Via Gioberti, proveniente dalle finestre illuminate della sede storica della corale S. Cecilia, è un segno tangibile di appartenenza alla città, nel cui tessuto storico e culturale, si integra a tal punto che, in molti luoghi al di fuori dell’Italia, Fabriano è conosciuta anche per la sua corale. Senz’altro a Tallinn in Estonia, o Lublino in Polonia, in alcune amene città tedesche del Baden Wurtenberg, in altre impronunciabili città dell’Ungheria. Abbiamo però tenuto concerti a Budapest, Praga, Londra, in Francia e nelle città italiane sedi di importanti rassegne di canto corale e a Roma, nella sala Nervi, di fronte al Sommo Pontefice, o davanti alla TV nazionale nelle grotte di Frasassi.
La corale nata nel 1953 come coro liturgico, ha affinato nel tempo, grazie a don Ugo Carletti ed ai maestri che si sono avvicendati nella sua direzione, le proprie capacità, al punto di annoverare nel suo repertorio, ormai vastissimo, brani di polifonia classica, sacra e profana, anche di grande complessità, non disdegnando talora di cimentarsi in brani sinfonici con l’accompagnamento della orchestra, cito ad esempio la splendida esecuzione del “Transitus Animae” di Perosi, del Gloria di Rutter alla solenne riapertura al culto della cattedrale, la “Missa Brevis” di Mozart ed il “Te Deum” di Charpentier recentemente eseguiti sempre in cattedrale. Questo anche per ricordare che, la corale S. Cecilia, è l’erede di quei cantori che operarono nella cappella musicale della cattedrale dalla seconda metà del secolo 16°, raggiungendo il massimo fulgore nel 17° secolo, avvalendosi anche della produzione originale di alcuni musicisti attivi nella nostra città in questo periodo, alcuni spartiti sono stati ritrovati negli archivi polverosi della cattedrale. Ma la corale, dopo 50 anni di storia, custodisce gelosamente in se, nei suoi coristi, un patrimonio inestimabile di ricordi, di emozioni, la tensione prima di un concerto importante che si dissolve con l’applauso finale che suscita gioia intensa e commozione, giorni tristi e poi ancora eventi importanti, episodi tramandati ed arricchiti di particolari, che sono divenuti quasi degli aneddoti, ben presto appresi anche dai nuovi coristi. Dalle bizze di qualche prima donna, al maestro G. Spacca che sale sul podio, dimenticando lo spartito e che dirige a memoria la “Petite Messe Solennelle” di Rossini, a Don Ugo che dice Messa di nascosto barricato in un Chiesa di Praga, ai tempi della cortina di ferro, all’incontro con Prodi in Germania. Con la sua attività cinquantennale, sia in ambito nazionale che internazionale, la corale S. Cecilia, ha avuto un ruolo culturale nella città, ed è stata ambasciatrice delle tradizioni e del costume del territorio, ha permesso a molti fabrianesi, di girare per l’Europa, allacciando relazioni di amicizia con altre corali, vincendo antiche diffidenze. Da 3 anni accanto alla corale maggiore, opera un coro di voci bianche, che dopo alcuni piccoli concerti tenuti a Fabriano, si è esibito al di fuori delle mura amiche, garanzia di continuità della nostra tradizione.
Per quanto è stato detto, il cinquantesimo ella corale S. Cecilia è un evento rilevante per la città,un’associazione che sa rinnovarsi e riproporsi per mezzo secolo, deve avere in se qualcosa di importante, dei valori reali, vissuti e condivisi da tutti i suoi componenti, iscritti direi nel loro patrimonio genetico ed in quello della città, una bussola che indica la giusta via anche nelle inevitabili tempeste, il che assume ancor maggior rilievo se si paragona la storia della corale con quella di alcune realtà locali così effimere, nonostante momenti di grande entusiasmo e fulgore.
La “Messa di Gloria di Puccini” chiude in modo solenne quest’anno ricco di iniziative, dalla mostra fotografica, alla messa in cattedrale che ha fatto cantare insieme vecchi e nuovi coristi, ai concerti, memorabile quello in cattedrale durante il Palio, alla imminente pubblicazione, un volumetto più un CD, in un prezioso cofanetto che consegneremo alla città, che ripercorre la storia del coro, ricavandola dagli articoli comparsi sulla stampa locale, nazionale ed internazionale da foto e da tutto quanto si è raccolto negli archivi del coro, dai verbali delle riunioni del consiglio, dai contributi e dalla memoria di coristi, ex coristi o di persone legate alla storia del coro. Nella serata del 6 aprile, in occasione di questo concerto che chiude le celebrazioni, verranno premiati personaggi che hanno avuto un ruolo importante nella storia del coro. Mi piace pensare che, qualcun altro fra 50 anni, celebrerà un secolo di vita della corale, con una esecuzione altrettanto prestigiosa al Gentile e ricorderà accanto a don Ugo anche gli ormai mitici organizzatori dei festeggiamenti del cinquantenario.
IL PRESIDENTE
Dr. Elio Palego

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