In concerto di Natale griffato S. Cecilia
Proposto dal Gruppo corale S. Cecilia di Fabriano il Concerto di Natale ha avuto in questa occasione un particolare significato, nel suo clima di festa ma anche di comunione spirituale, nell’imminenza della chiusura dell’anno santo e del grande Giubileo del 2000. Il pubblico del Teatro Gentile, numerosissimo come sempre, ha accolto con interesse l’esecuzione offerta dalla Corale, con la rivelazione – divenuta autentica certezza – dei 45 giovanissimi cantori del gruppo “Le Verdi Note” sorto all’interno dell’Associazione, diretta da Maria Grazia Trontino con la collaborazione di Raffaela Colacito, Chiara Abatelli, Francesca Bertini, Mara Mirasole, Claudia Belardinelli, elementi tutti facenti parte del coro principale. La serata, introdotta dal presidente Palego, è stata aperta proprio dal canto melodico e spontaneo dei bambini che ci hanno offerto alcuni suggestivi brani fra cui “Metti un lume alla finestra”, “Adeste fideles”, “Arriva Babbo Natale”, “Davanti al Re”. Accompagnavano Claudia Belardinelli al pianoforte e all’organo , Tania Angelini al flauto. Nella seconda parte il cosidetto “piatto forte” costituito dal “Te Deum” scritto dal compositore umbro Carlo Pedini, che il Coro di S. Cecilia ha eseguito avvalendosi anche di una parte dei cantori delle “Verdi Note”, l’orchestra “I solisti di Perugia”, Sauro Argalia all’organo e la direzione del M° Marcello Marini”. Questo antico inno di ringraziamento attribuito a S. Ambrogio o forse a S. Agostino, è stato interpretato dall’Autore mediante un processo ciclico che richiama metaforicamente i concetti di “eterno” e di “infinito”, che a loro volta racchiudono, nei vari aspetti descrittivi delle lodi e delle invocazioni, il concetto puramente divino. Ne scaturisce un’espressione musicale di natura estatica ed intimistica, diversa dalla maestosità delle interpretazioni classiche e romantiche. Il richiamo alle fonti originarie è espresso dal coro di voci bianche che intona alcune parti in gregoriano. Intensa l’espressione corale che adotta particolari artefici dinamici per rendere tangibile l’emozionalità del sacro testo in una propria dimensione spaziale-temporale. Questi caratteri si specchiano anche nella strumentazione orchestrale limitata ad archi, legni e organo, per cui si potrebbe immaginare che questo Te Deum sia stato “acusticamente” concepito per essere eseguito ad esempio all’interno di una basilica. Un’opera indubbiamente di grande impegno, soprattutto per i coristi, e che richiede pertanto una speciale concentrazione ed attenzione a qualsiasi particolare. Peccato però che nell’esecuzione la continuità di questo processo ciclico sia stata a volte spezzata dagli applausi nelle pause di silenzio fra le varie parti. Segnaliamo anche la presenza dell’autore che invitato dal M° Marini ha calorosamente ringraziato tutti. Come degna conclusione della serata le due compagini corali si sono riunite per regalarci altri due brani natalizi come “Astro del ciel” di Gruber e “Cantico di Natale” di Adam. Accompagnati dal M° Sauro Argalia al pianoforte, come omaggio beneaugurante per il nuovo anno alla cittadinanza fabrianese.”
G. Spacca