IL CORO S. CECILIA PER UN NATALE SENZA “ALBERO
Poteva essere (e sarebbe stata ugualmente gradita) una delle tante boune azioni che a Natale, che per semplice rito, che per sincero trasporto, molti compiono. Invece il programma itinerante che il Coro di S.Cecilia ha svolto nella giornata di domenica 23 u.s. ha costituito una “cosa nuova” nel modo di osservare i bisogni del prossimo e fare qualcosa per essi. Sì, perchè questa volta il coro S. Cecilia non si è piazzato in un bel teatro o in una capiente piazza per esibirsi di fronte ai soliti “fortunati” che lo avevano potuto raggiungere. Questa volta il coro di Santa Cecilia il sollievo e il gaudio lo ha portato a domicilio. E per dare un’idea della “novità ” del fatto e del suo esaltante significato, dirò che se il principio della soddisfazione dei bisogni dei disabili realizzata nelle loro case, nel loro ambiente, tra i loro affetti, i loro interessi, le loro amicizie fosse impiegato dagli Enti Locali (Comune, USL) nella vasta area del disagio, già molto si sarebbe operato a favore dell’handicap. E non a caso questo primo passo nella giusta direzione è stato spontaneamente pensato ed attuato dai rappresentanti di un gruppo che si esprime tra i livelli più nobili della sensibilità e spiritualità umana qual è appunto il canto. Perciò grazie al Coro S. Cecilia, grazie al Monastero di S. Luca che ci ha ospitato. Per il bis però non aspettiamo il prossimo Natale: per chi soffre, Gesù può nascere ogni giorno:”
Delfino Bocci