Per sempre giovani
Era l’Aprile del 1990, quando il Coro prese parte per la seconda volta alla prestigiosa Rassegna Internazionale delle Cappelle Corali a Loreto.
In questi casi, si vivono delle sensazioni particolari, un’alternanza di austerità e spensieratezza, il canto comune durante la celebrazione liturgica o durante la rassegna in teatro e, i canti in libertà ed i giochi sino alle due di notte sulla piazza del sagrato della Basilica.
Ebbene, probabilmente questo alternarsi di eventi, fece scattare in noi quattro coristi quel pomeriggio, una molla che ci proiettò verso una cosa nuova ed assolutamente fuori dal contesto.
Era un pomeriggio dove anche il sole era rimasto a fare una pennichella pomeridiana, pertanto dopo esserci esibiti in uno degli innumerevoli Mini Concerti presso non ricordo quale struttura, ci ritrovammo insieme alle altre corali, per recarci presso il cimitero dove riposavano i militari deceduti durante l’ultimo conflitto, per rendere loro omaggio.
Scendendo dalla piazza della Basilica ed attraversando l’arco, ovviamente tutti rigorosamente in divisa ed allineati, ad un certo punto, all’altezza del parcheggio come dicevo, quattro di noi, fummo rapiti da una musica strana e diversa da quella molto austera che le corali si preparavano ad eseguire.
Cosa stava accadendo, gli sguardi di Francesca, Patrizia, Raffaella ed Enrico, confluirono tutti insieme là sotto al muraglione di cinta, sotto al parcheggio dove una giostra con le sue musiche e luci, aveva illuminato quel pomeriggio cupo.
Non un istante di esitazione, i quattro alla chetichella, sfuggono al controllo dell’immancabile cerbero Olimpio ed il fido Giorgio ed il gioco è fatto!!
Immaginate lo stupore, ma che dico, di più, di quei giostrai ai quali chiedemmo i gettoni per l’autoscontro, e di quei ragazzi che non controllavano più le loro macchinine attratti da quelle tre in abito lungo, collane, capelli delle grandi occasioni e, dal quarto elemento addirittura in smoking.
Non curanti degli sguardi attoniti, entrammo in due macchinine ed iniziammo a darcele ed a darle di santa ragione.
Dopo circa un’oretta tornammo nei ranghi pronti a dare il meglio come sempre, rigenerati da quel bellissimo fuori programma.
Sono passati tredici anni, ma quando vediamo l’autoscontro.