CORO S. CECILIA: BATTESIMO DEL FUOCO PER IL NUOVO MAESTRO
Venerdì scorso, 8 settembre, Festività della Madonna del Buon Gesù, nella splendente chiesa di S. Benedetto, il Gruppo Corale Santa Cecilia si è ripresentato al suo pubblico dopo la triste circostanza della dipartita di Don Ugo Carletti, in un concerto degno delle sue migliori tradizioni, espressione di riscoperta omogeneità , rivissuta attraverso una accurata ricerca di miglioramento tecnico ed interpretativo. L’indiscusso merito dei cantori da solo non giustificherebbe del tutto il successo della esecuzione se non intervenisse una valutazione estremamente positiva dell’operato del nuovo Direttore Tecnico della corale, il Maestro Giorgio Spacca. Ci si consenta di esprimere nei riguardi di questo giovane professionista il più vivo apprezzamento per come ha suggerito all’intero gruppo una interpretazione quanto mai aderente al testo e all’intenzione degli autori ed estremamente confacente ai non pochi efficaci mezzi espressivi, di cui il complesso corale è dotato. Il gesto sicuro e trascinante del Direttore ha infuso negli esecutori una rassicurante sensazione di “affidabilità”, che ha facilitato l’adesione interpretativa con la più viva efficacia espressiva. Indubbiamente, come in tutte le manifestazioni, che investono il campo artistico, non vi sono limiti alla ricerca del miglioramento sotto tutti gli aspetti, ma queste premesse rendono certamente più facile al Maestro ed al suo coro attingere ad una sempre miglior qualità artistico-interpretativa. Scendendo ad alcuni particolari del programma presentato, per intanto occorre notare l’inserimento in programma di ben cinque novità : due ballate rinascimentali, due negro-spirituals e tre “parti”, finora mai eseguite dalla corale, a completamento delle due già in repertorio del Salmo XVII (I cieli immensi narrano) musicato da Benedetto Marcello. Per l’esecuzione di questo brano, come pure del “Magnificat” di Johan Pchelbel la corale, con un pizzico di civetteria, forse suggerita dal suggestivo ambiente in cui operava, si è rivestita di accompagnamento musicale con l’interpretazione del basso continuo da parte di violoncello e clavicembalo magistralmente interpretati rispettivamente dal M° Gabriele Possenti e dal M° Marco Agostinelli. La chiesa, il suono, il canto si sono associati meravigliosamente per ricreare un ambiente storico dalle idubbie suggestioni. Se per i brani palestriniani, del De Victoria e del Lotti, di Scarlatti e di Monteverdi ha dominato il classicismo polifonico, se per gradevole levità musicale son piaciuti i due “balletti” di G.G. Gastoldi, di una grande suggestione “moderna” con l’alternarsi di forti e tenuissimi accenti dissonanti, il brano “Immagini lontane” del contemporaneo E. Borlenghi è stato reso dalla corale come non mai, quasi scomparissero d’incanto tutte le pur notevoli difficoltà interpretative di quel genere di musica. La conclusione del concerto stesso, affidata all’esecuzione di due negro-spirituals, il primo con un accorato movimento di preghiera biblica ed il secondo di una turbinosamente ritmica suggestione, ha lasciato tutti gli spettatori particolarmente lieti della riscoperta di questo coro, i coristi stretti in vivissima affettuasità al loro Maestro, tutti animati dalla miglior buona volontà di proseguire in questo cammino, che amiamo immaginare seguito dal benevolo sorriso incoraggiante dell’indimenticabile Don Ugo Carletti. Un applauso particolarissimo è stato diretto al giovane maestro Spacca, che brillantemente ha superato questo battesimo del fuoco.”