Emilio Procaccini
C’era già un’atmosfera natalizia, il coro stava ultimando la preparazione della ” Petite Messe Solennelle ” di Rossini che di lì a poco avrebbe eseguito al Teatro Gentile ( 30 Gennaio 1993 ). Quella sera, a S.Maria del Porto, in Ancona , avremmo eseguito solo il Kyrie e l’Agnus Dei, brani che coinvolgono pianoforte e coro senza la partecipazione dei 4 solisti ( soprano, tenore, contralto e basso ) era però considerata una prova importante, venne con noi anche il maestro Emilio Procaccini, cui sarebbe stato affidato il primo pianoforte nell’esecuzione ufficiale. C’era comunque un bel pubblico a quella manifestazione e un po’ di preoccupazione, perchè la nostra preparazione non era ultimata, inoltre l’Agnus Dei sarebbe stato eseguito da un contralto, Chiara Chialli, chiamata per l’occasione, ma che non aveva provato mai con il coro. Il Kyrie andò molto bene, e per la verità anche l’esecuzione dell’ Agnus Dei volgeva al termine e nella sala c’era quell’atmosfera che accompagna le buone esecuzioni, che non saprei spiegare così, ma che maestro, coristi e pianista assaporano senza timore di sbagliare, ad un certo punto delle serate di grazia. Improvvisamente, quando la solista sta per tacere, dopo aver implorato la pietà divina, con l’ultimo struggente miserere, la sala piombò nel buio più assoluto, tacque il coro e la solista ed il pianoforte dopo il crescendo finale, ma l’Agnus Dei di Rossini, prevede a questo punto che il pianoforte riprenda, a suggellare la preghiera di coro e solista, andando avanti da solo per circa 50′ prima di chiudere con un ultimo accordo. Nel silenzio della sala buia risuonò la prima nota del pianoforte subito seguita dalle altre e si sprigionò inarrestabile la melodia, ancor più suggestiva nell’oscurità , il pubblico seguiva con il fiato sospeso le pause che Rossini ha disseminato nello spartito, con il timore che il pianoforte nel buio, non riprendesse a suonare e che la mano del pianista non trovasse più i tasti, sciupando l’incanto che si era creato. Ma nulla potè arrestare la melodia, e la mano sembrò staccarsi controvoglia dalla tastiera dopo l’ultimo accordo, ritornò la luce nella sala , come se un regista avesse ad arte ricercato questo effetto scenico, il maestro Emilio Procaccini si alzò dalla tastiera e la gente in piedi gli tributò un interminabile applauso, era talmente sprofondato nella sua esecuzione che forse non si era neanche accorto che la luce era andata via.