Il bel concerto della Corale Santa Cecilia
UN BEL CONCERTO.
Di solito una recensione critica non si inizia mai in questo modo così semplice e scontato: ma dopo aver provato diversi esordi questo mi è sembrato il più veritiero. In effetti la Messa Solenne in Sol Maggiore di Luigi Cherubini, proposta dalla Corale Santa Cecilia presso la Cattedrale di Fabriano è stata proprio una bella esecuzione.
E ripetersi non è mai facile, soprattutto dopo una splendida “prima” effettuata in quel di Perugia con il supporto dell’orchestra Sinfonica dell’ Umbria diretta dal Maestro Giuliano Silveri per la 60a edizione della Sagra Musicale Umbra. E in occasione della festività di S. Cecilia, patrona dei musicisti, il Gruppo Corale S. Cecilia ha voluto fare questo bel regalo alla cittadinanza fabrianese. E Fabriano ha risposto bene, riempiendo la cattedrale di un pubblico numeroso ed attento.
Personalmente ero molto curioso di questa performance della Corale, per diversi motivi, soprattutto per la difficoltà del brano, che presenta una tessitura vocale terribile, per la bellezza di questa messa dove si esalta la vena creativa di un autore non molto conosciuto sotto l’aspetto sacro, almeno non come per la produzione teatrale. È questo spirito operistico è puntualmente venuto fuori, anche se con il supporto non di un’orchestra, ma del solo organo, dove sedeva per l’occasione il maestro Angelo Rosati.
La difficoltà di questa stupenda Messa risiede si nella tessitura vocale, ma anche in un insieme di colori che sottolineano tutti i vari momenti delle 5 canoniche parti dell’Ordinarium Missae. E la Corale ha dimostrato fin dalle prime note una perizia ed una preparazione risultato di un lavoro lungo e minuzuioso. Merito della Corale, ma ancor di più del Maestro direttore, Marcello Marini, che ha condotto il gruppo fino alla conclusione con una gestualità scevra da fronzoli, essenziale nella sua precisione e fondamentale per portare le voci ai giusti cambi di colore.
Paolo Devito