LA ” RESURREZIONE DI CRISTO”
IL 10.9.1961 AL TEATRO GENTILE ORE 21 VIENE ESEGUITO L’ORATORIO PER SOLI, CORO ED ORCHESTRA ” LA RESURREZIONE DI CRISTO “ di Lorenzo Perosi. Nel V° centenario del culto alla Madonna del Buon Gesù a Fabriano vengono organizzati solenni festeggiamenti dal 29.8 al 10.9 ed il Coro di S. Cecilia dà il suo rilevante contributo. L’8 settembre il coro eseguirà La Missa Eucaristica a 4 voci miste di Lorenzo Perosi nel solenne Pontificale di S.E. Mons. Vittorio Cecchi, Vescovo di Fossombrone. Domenica 10 settembre nel solenne Pontificale celebrato dal Cardinale Giuseppe Ferretto il coro eseguirà la “Missa Brevis” di Palestrina. Il 3 settembre in una serata artistica in onore della Madonna del Buon Gesù il coro si esibirà in diversi pezzi in compagnia del Baritono Gino Bechi, del soprano fabrianese Rinalda Pavoni, del basso Sergio Sisti (esiste una dedica del Teatro Gentile a ricordo della serata). Circa la prestazione del Coro di S. Cecilia accanto a questi prestigiosi artisti, il critico, dopo aver parlato di tutti gli altri così scrive del coro: “Un commento a parte vorremmo fare per il Gruppo Corale S. Cecilia diretto da Don Ugo Carletti. E’ stato giustamente definito il coro delle sfumature, ha cioè acquistato quella perizia tecnica ed interpretativa, che gli permette in ogni sua esecuzione, di farci gustare in tutto il loro splendore quei gioielli di musica polifonica quali la Vergine chiara del Palestrina, il famoso maestro di cappella che secondo la leggenda avrebbe salvato la musica sacra, che si voleva escludere dal servizio liturgico, con la composizione della celebre messa ad otto voci di Papa Marcello. Vergine chiara composizione polifonica effettuata su versi del Petrarca, ha delle difficoltà interpretative nel suo contrappunto vocale di non facile superamento, ma il coro S. Cecilia ha saputo, ancora una volta, dare il meglio di sè in questo “5 voci”. L’ultimo brano della serata “L’Ave Maria” di Ludovico Vittorio di Avila è stato il magnifico finale che ha fatto rivivere, sotto la prestigiosa direzione di Don Ugo, la cupa ed appossionante essenza della religiosità spagnola del Medio Evo.
Un complesso corale veramente all’altezza di tutte le situazioni, possiamo chiamarlo, questo di “S.Cecilia” ed attendiamo ora con impazienza di poterlo riascoltare domenica prossima nella esecuzione della “Resurrezione di Cristo” del Perosi. Ad maiora. ” Il Critico -. “E il 10.9.1961 il Coro di S. Cecilia offre ai fabrianesi l’esecuzione dell’Oratorio del Perosi “LA RESURREZIONE DI CRISTO” con una orchestra di 50 elementi, con il tenore Nicola Tagger nella parte dello storico, del soprano Maria Luisa Barducci nella parte di Maria Maddalena, del baritono Carlo Scaravelli nella parte di Cristo e 50 coristi del Gruppo Corale S.Cecilia, tutti questi diretti da Don Ugo Carletti. Nell’attesa della esecuzione del 10.9.61 tanti fabrianesi penseranno a quel lantano 1923 quando Don Lorenzo Perosi nella cattedrale di Fabriano dirigeva la sua “Passione di Cristo”. Ora il 10 settembre 1961 il nostro bel Teatro Gentile si prepara ad accogliere numeroso pubblico per la “Resurrezione di Cristo”, oratorio per soli, coro ed orchestra. Non ci sarà più il maestro in persona a dirigere; egli sarà ugualmente presente, poichè l’arte supera i confini e i silenzi della morte. Tuttavia il maestro c’è ed è un nostro concittadino: è Don Ugo Carletti, che, arditamente, ha voluto realizzare la celebrazione perosiana, superando non lievi difficoltà . “Bisogna volere diceva nei giorni precedenti “ il resistere è dei forti”. Ed accompagnando il suo dire con un saltello gioioso, quasi bastasse quello a vincere le corse ad ostacoli, ripeteva: “L’Oratorio si farà , si farà ad ogni costo”. Sempre sostenuto e incoraggiato dall’amorevole e fiduciosa parola del nostro Vescovo, egli ha superato tutti gli eventi difficili; ha ottenuto aiuti da S. Ecc: il Ministro del Turismo e dello Spettacolo Folchi, sensibile alla nobile iniziativa; ha avuto consensi da Enti e persone locali, ha potuto far fronte alle ingenti spese e l’Oratorio è pronto. Don Ugo dirigerà , e il Coro di S. Cecilia risponderà più di sempre alle aspettative del valente maestro. Il ciuffo ribelle di Don Ugo, che sentirà tutta l’emozione del grande avvenimento, fremerà più che mai e noi avremo l’impressione di rivedere le chiome scomposte del buon Perosi che, trasfigurato, infondeva a tutti, artisti e aspettatori, la potenza della sua intima vibrazione. Di questo avvenimento eccezionale per Fabriano Tiziano Di Leo così riferisce sull’Azione n. 37 del 16.9.1961: “Era da tempo che si parlava di una celebrazione perosiana a Fabriano; il maestro Lorenzo Perosi aveva lasciato di sè un troppo caro ricordo ai fabrianesi perchè questi lo dimenticassero. Nei giorni 7 e 8 ottobre del lontano 1923, il maestro Lorenzo Perosi era a Fabriano, nella Cattedrale di S. Venanzo, a dirigere tra gli applausi la sua “Passione di Cristo”; oggi Fabriano lo ha ricordato degnamente eseguendo al Teatro Gentile “La Resurrezione di Cristo” per soli, coro ed orchestra. Il merito di questa manifestazione di alto contenuto artistico spetta, senza dubbio, all’infaticabile Maestro Don Ugo Carletti, il quale ha potuto domenica sera coronare la sua antica aspirazione di portare sulla scena del nostro maggior Teatro un “Oratorio ” di Perosi. Quale miglior occasione di quella dei festeggiamenti nel quinto centenario del Culto della Madonna del Buon Gesù e quale miglior pubblico degli eminentissimi Vescovi presenti e di sua Eminenza il signor Cardinale Giuseppe Ferretto Don Lorenzo Perosi è ritornato dunque a Fabriano, per mezzo della sua superba musica ed ha avuto un impresario eccellente e degli ottimi esecutori. E’ doveroso accennare anche alla importanza della manifestazione. Dal punto di vista esclusivamente organizzativo: da quanto tempo il nostro Teatro Gentile costantemente aperto ai vari “Barbiere”, “Tosca” o “Boheme” non ospitava un concerto di musica sinfonica. L’aver alzato il sipario su di un’orchestra, su di una esecuzione sinfonica, con solisti e coro, ha avuto certamente il pregio di una manifestazione eccezionale e da accogliere a braccia aperte. E quanto questa musica sinfonica sia bene accetta al pubblico fabrianese lo ha dimostrato il consenso suscitato da questo “Oratorio” perosiano pur così poco “popolare”:platea completa, galleria e loggioni completi, palchi occupati in ogni ordine. Invitiamo il Maestro Carletti a tenerne conto per le sue future, e speriamo prossime, esecuzioni. E’ certo che l'”Oratorio” del Perosi andava seguito su libretto per poterlo meglio gustare ( e forse andrebbe ascoltato due volte per la completa assimilazione), ma anche chi giunse sprovveduto al Teatro senza conoscere la “trama” dell’Oratorio venne preso dalla dolce musica del Perosi e trascinato in alto fino all’Alleluia” finale. Una esecuzione che, anche se non perfetta perchè non lo poteva essere in confronto a quelle delle grandi orchestre sinfoniche e dei grandi complessi corali, è stata comunque pari, se non superiore , alle aspettative. I solisti tutti all’altezza del loro compito; il soprano Maria Luisa Barducci di Ancona, con la sua voce calda e sicura interpretava il personaggio della Maddalena con sentimento; il tenore Nicola Tagger di Milano è stato uno “storico” incisivo e preciso; il baritono Carlo Scaravelli, che ha dato voce alla figura di Cristo, ha avuto la sua parte di applausi; il contralto Vittoria Gennari, il baritono Mario Ligabue, i soprano Elena Montefiori e Maria Vanni hanno sostenuto brillantemente la loro parte. Il Coro di S. Cecilia, ormai conosciutissimo, non ha deluso i suoi “aficionados” ed ha reso perfettamente ogni sfumatura e tutta la potenza della musica perosiana sotto la sapiente guida di Don Ugo Carletti. Il quale Don Ugo Carletti si è dimostrato una “bacchetta” sensibile ed attenta alla migliore traduzione della impegnativa”Resurrezione di Cristo”, che dal patetico balza al tragico per raggiungere l’apoteosi finale e dove gli archi e gli ottoni hanno un ruolo tutto di primo piano. Sua Eminenza il Cardinale Ferretto ha avuto parole di vivo elogio per gli esecutori e per il loro direttore, il che è stato, senza dubbio, il migliore riconoscimento dell’impegno posto da tutti per la celebrazione perosiana.”