Per il Gruppo Corale S. Cecilia
Probabilmente vi sembreranno pensieri confusi, frasi scollegate, righe scoordinate. E magari non avete neppure tutti i torti, ma per me non è assolutamente facile mettere per iscritto tutto ciò che sento, che provo.
E’ compito difficile, arduo, oserei dire, razionalizzare tutte le emozioni che questo anno e qualche mese con voi mi hanno trasmesso, ma basta poco, davvero poco, per trovarsi bene se le persone con cui si ha a che fare sono speciali.
Non dimenticherò mai il calore dell’accoglienza con cui mi avete aperto le vostre porte e non dimenticherò mai la fiducia che fin dal primo momento tutti voi, e in particolare il maestro Marcello Marini, avete riposto i me.
Ero soltanto una sedicenne timida e impaurita la sera che mi sono ritrovata a sostenere il provino. Non ridete, vi prego, di questo termine, forse un più altisonante, ma per me, addirittura, si è trattato di più di un provino… per me “la Corale S. Cecilia” era un qualcosa di lontano, distante, impalpabile… era un sogno!
Ora mi sento parte anch’io di quel sogno. Grazie a voi che avete reso impercettibile la fase di “integrazione”.
Eh sì, non so se ci sia mai stata, io non lo ricordo. Il punto è che mi sento come se avessi sempre fatto parte di questo coro!
Siete un pò la mia seconda famiglia e, devo dire, partecipo sempre interessata ad ogni vostra proposta, corale ed extra corale.
Non si tratta per me della prima esperienza: faccio parte di altre associazioni, ma ciò che rende diverso questo coro dagli altri è la complicità tra i coristi.
Nel Gruppo Corale S. Cecilia, fra i membri del Gruppo Corale S. Cecilia, non ci si limita al momento formale delle prove, dell’interpretazione, del concerto. Ogni attimo, ogni istante ci si sente coristi, nel senso di “parte di un coro” di un’entità superiore, sopra tutto e tutti, che ha la capacità di ridurci ad una cosa sola.
Non so se mi sono spiegata, prendete quanto detto per quello che è: una riconoscenza per quello che avete fatto per me.
Grazie mille, per sempre