“Preghiera sotto la Croce” 4a edizione

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“Preghiera sotto la Croce” 4a edizione

“Preghiera sotto la Croce” 4a edizione

Quando la musica è al servizio della spiritualità

Definire “Preghiera sotto la Croce” un concerto di musiche sacre è piuttosto riduttivo, forse per chi non crede può essere una bella occasione per ascoltare pura polifonia, ma per il credente, l’approccio alle meditazioni della morte in Croce di Nostro Signore è calarsi nella tragedia che ogni anno la chiesa ci ricorda con la lettura del “Passio” .

Giunta alla quarta edizione, questo anno il Gruppo Corale Santa Cecilia di Fabriano ha voluto portare questa “Sacra Rappresentazione” nella Cattedrale della SS. Annunziata di Camerino il 22 marzo ed il 24 marzo, domenica delle Palme, nella Basilica della Santa Casa di Loreto.

E’ per noi coristi un momento “forte” della programmazione che ogni anno ritorna in prossimità della Pasqua. Pur non essendo il nostro un coro “liturgico”, crediamo fermamente nella forza del canto che eleva l’animo a Dio e in particolare in questo lavoro pensato appositamente per la domenica delle Palme e la successiva Settimana Santa.

Portare a Loreto questo lavoro nel sessantesimo della fondazione della Corale, è stato molto più di una “occasione”, si è voluto ricordare e questo grazie anche a Padre Giuliano Viabile rettore della Santa Casa, il legame tra il Coro Santa Cecilia e la “Rassegna Lauretana di Cappelle Corali “ in cui per tante edizioni il nostro fondatore: Don Ugo Carletti, è stato presenza immancabile, come tra l’altro molti di noi coristi, fino alle due edizioni che ci hanno visto interpreti al fianco di molte altre corali provenienti da ogni parte del Mondo. Lo stesso Padre Giuliano al termine della “meditazione” ha voluto personalmente ringraziare il Maestro Marcello Marini, il Maestro Sauro Argalia, il bravissimo Oreste Aniello, indirettamente l’autore dei testi : Don Tonino Lasconi e tutto il coro per la preziosa occasione offerta ai presenti di gustare dell’ottima musica intervallata dalle profonde meditazioni apprezzate anche dal pubblico presente. Il buon lavoro paga e ci sono già per il prossimo anno alcune prenotazioni in ambito regionale e richieste di riproporre la meditazione in città.

Chiudo questo breve intervento con un articolo che il Prof. Giulio Mataloni         ha voluto inviarci prima della pubblicazione nella testa giornalistica del comprensorio camerinense.

Alberto Mariani

Venerdì 22 marzo scorso, nella maestosa cornice della cattedrale dell’Annunziata di Camerino, la Corale Santa Cecilia di Fabriano ha tenuto una “riflessione-cantata” sul tema del Venerdì santo, in preparazione all’imminente Pasqua. Un numero nutrito di persone ha partecipato con religioso silenzio a tutto quanto proposto in un’ora di ampio respiro spirituale e goduto di canti che tentavano di sublimare gli animi degli astanti, spesso attratti dai tanti rumori che la vita ci offre quotidianamente. Un programma che ha spaziato dalle note inconfondibili di J.S. Bach alle più recenti, ma parimenti penetranti di Kodaly e Bardos. Il grande silenzio dell’incipit è stato interrotto dal rullare della gran cassa che introduceva una lauda medievale suddivisa nell’alternarsi delle voci maschili cui rispondevano quelle femminili creando una drammaticità che preludeva alla tragicità dell’evento della crocifissione del Redentore. Sono seguiti, con una scansione prosastica recitata in modo magistrale, dallo speaker con voce possente ed affabulante, tutti gli altri canti, mai interrotti da applausi o intermezzi che sarebbero stati impropri, data la sacralità dell’atmosfera e la voluta meditazione offerta ai presenti, per l’occasione divenuti nuovi oranti nel luogo adibito proprio a questa funzione. Inesorabile, l’ultimo canto: “O Jesu Christe” ha concluso quel momento “magico” di riflessione spirituale che era stato proposto e che, di fatto, era stato raggiunto, accompagnato da calorosi applausi e sincera, attiva partecipazione dei presenti. Qualificate e pulite le voci del coro, sublime il maestro Argalia, tanto nell’esecuzione organistica, quanto nell’uso dell’ormai desueto harmonium che per una nuova volta ha riempito con le sue note la grande navata del tempio ed altrettanto esperta e sicura, la direzione del maestro Marini che oltre alla professionalità, ha dato sicura espressione della sua profonda delicatezza ed umanità.

Un momento raro di raccoglimento che tonifica l’animo, anche di chi non crede e rincorre traguardi quasi chimerici: un invito a fermarsi e guardarsi introspettivamente per trovare la carica di riportare quella serenità conquistata interiormente, nel mondo della quotidianità e dei problemi attuali in soccorso ed ascolto dell’Altro, spesso molto vicino a noi. Un ringraziamento incondizionato a tutte le componenti di questa corale, per quanto ci ha offerto ed ha saputo darci.

Giulio Mataloni    

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