PROPOSTA PER UNA CORALE DI JESI
Dopo il Concerto della Corale di Fabriano al Divino Amore. Il bel concerto vocale, eseguito ai primi di maggio dalla Corale Fabrianese “S. Cecilia” nella moderna chiesa della Madonna del Divino Amore, in festa per il suo ventennio, merita di essere iscritto tra gli ultimi più validi avvenimenti musicali verificatesi nella nostra città , nonostante la marchigiana disattenzione di diversi “santoni” nostrani della musica. Ma forse non si trattava di Corali nordiche o, magari, straniere. Ad ogni modo è stato un grande concerto. IL PROGRAMMA. Ricco, vario, ben congegnato, spaziava dal secolo della polifonia con De Victoria e Palestrina, attraverso Scarlatti e Bach, per arrivare all’età dell’operistica, Con Verdi e Rossini, ai canti folklotistici regionali e ai Negro-Spirituals, per chiudere col solenne e poderoso Alleluia del Messia di Haendel. In particolare, voglio annotare il Gloria della “Missa brevis” di Palestrina, un gioiello di sintesi ricchissima sia nella tecnica polifonica che nella musicalità ; il fluido madrigale del nobile veronese Vincenzo Ruffo, autore secentesco di numerosissime cantate profane e sacre; il “Bramo morir””del piamontese Costanzo Festa, primo fra gli italiani a ricoprire la carica di capellanus della Sistina a Roma; e, più di ogni altro brano, il corale bachiano “”Lobet den Herrn” che chiudeva la prima parte del concerto, mettendo in luce, con i suoi melismi e vocalizi quasi organistici e con la sua lunghezza faticosa, tutte le capacità del Coro fabrianese. Nella seconda parte sottolineo in particolare il “Lamento di una vedova” canto popolare d’Abruzzo con una bellissima esibizione della solista, la quale già nella verdiana “Preghiera” dalla Battaglia di legnano aveva dato misura delle sue doti vocali ed interpretative; e il “Give me Jesus” con l’altra solista dotata di chiarissima voce genuina, oltremodo idonea allo stile autoctono dello spiritual dei negri dell’America del Sud. L’ESECUZIONE. Pulitissima, ben equilibrata nelle varie voci e nei volumi, in certi momenti entusiasta, dava la sensazione che i 40 esecutori non provassero fatica alcuna. LA PASSIONE ARTISTICA, con cui i coristi fabrianesi hanno cantato egregiamenti diretti dal maestro d. Ugo Carletti: una passione che sembrerebbe un frutto fuori stagione a Jesi e dintorni. Vederli così ben preparati, così ben organizzati, perfino così accuratamente vestiti e appropriati nel presentarsi, ci ha dato la misura della loro stima per la musica e per gli ascoltatori. LA PROVENIENZA da una città marchigiana, a noi vicinissima e di dimensione perfino più esigue, ci ha convinti che non è necessario ricorrere a latitudine nordiche o addirittura extranazionali per trovare validi esecutori. E, a questo punto, ci ha costretti a fare un severo esame di coscienza per aver lasciato finire, quasi 25 anni fa, la Schola Cantorum appassionatamente tenuta in piedi da D. Giovanni Paccapelo, il quale, con la sua morte in ancor valida età , ha lasciato un’eredità che nessuno ha preso e che nessuno ha curato. Ho adoperato il plurale nell’indicare i destinatari dell’esame di coscienza, perchè, se mi sento di dover fare il mea-culpa anche in prima persona, so con certezza che è mancata la volontà (si direbbe oggi, politica) di non far morire la bella compagine musicale che ora avrebbe assai più di 25 anni festeggiati dalla Corale di Fabriano. Eccoci quindi alla PROPOSTA. Lancio il sasso senza nascondere la mano: quanti sono interessati al problema uomini, donne e giovani, sia sotto l’aspetto di animazione sia a livello di coristi ( e di buone voci ve ne sono tante) sia anche a livello di sostenitori e consiglieri, possono farsi vivi almeno con una telefonata, riferendosi a chi scrive e qui si firma. Inizialmente si tratterà di studiare i modi e le possibilità . Poi, però, dovremo ad ogni costo passare a…vie di fatto. Jesi deve avere una sua Corale, dignitosa, artisticamente valida, cultrice della polifonia ed anche del folklore musicale nostrano. Mentre ci complimentiamo con la “S. CECILIA” fabrianese, vogliamo anche ringraziare il Maestro Direttore e tutti i bravi coristi perchè hanno “.. risvegliato dal lungo letargo noi, che ci vantiamo di essere la città di Pergolesi e di Spontini. ” ( D. Roberto Vigo) Da questa proposta sorgerà poi la “Corale Pergolesiana” diretta dallo stesso M° Vigo e, successivamente, quella della “Regina Pacis” presso la Parrocchia omonima).