Quando la Messa è trionfale

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Quando la Messa è trionfale

Un raro Cherubini a San Pietro con la Sinfonica di Silveri e doppio coro PERUGIA — Trionfale, fastosa, splendente d’una ricchezza celebrativa senza pari è la messa solenne in sol maggiore scritta da Cherubini per l’incoronazione di Luigi XVIII. Un’opera rara, di cui nei tempi attuali si ricorda una sola esecuzione, nel 1987 al Quirinale. E ora una smagliante riproposizione alla Sagra musicale, un gioiello ritrovato, un tesoro intellettuale che sottolinea la bellezza di questa edizione. Attenta a rileggere come nel caso presente le pieghe della storia, quella di Francia dove il compositore fiorentino ebbe successo travolgente. A Parigi dal 1786 e quasi subito l’affacciarsi di uno stile robusto e grandioso, un fare alla grande, da affresco murale. Avversione profonda per Napoleone, fuga a Vienna dove però nel 1805 piombò l’imperatore che lo incaricò, lui pur nostalgico delle vaporose leggerezze del melodramma settecentesco, di organizzare i concerti di corte a Schoenbrunn. Dì ritorno a Parigi,Cherubini superata una crisi di malinconia (basta musica, meglio la botanica) dispiegò la sua vena sacra. Scrisse diverse Messe e due Requiem. E questa in sol diventa un chiaro, pulsante esempio di una missione «politica» che non è tutto, certo: perché ci sono la potenza, la forza, i colori accesi, gli scarsi e repentini abbandoni simili a una preghiera mormorata, le onde che si rifrangono, un fiume in piena, una marea sonora inarrestabile. Nella basilica di San Pietro, gremita, c’è l’Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria guidata dal suo direttore e creatore Giuliano Silveri, ci sono le corali Alboni di Città di Castello e S. Cecilia di Fabriano, istruite da Marcello Marini. Un organico potente, disposto in bell ‘ordine nel presbiterio, amalgamato e pronto ad assecondare il gesto del direttore. Silveri guida con sensibilità infuocata, esalta le vibrazioni più intime, sorveglia e poi scatena l’energia dirompente, modula i sussurri, le attese trepide e pur togate. Il dialogo tra archi, fiati e percussioni è perfetto, le voci si innestano con armonia solare. La rilettura di questa pagina piena di esaltazione diventa un merito da non passare sotto silenzio. Che sia frutto delle forze più vive del territorio, ormai consacrate da un lungo tirocinio alla nobiltà assoluta, è altro elemento di sospirante dell’animo.

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