QUEI VENTI MINUTI DI CONCERTO

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QUEI VENTI MINUTI DI CONCERTO

I Coristi del Santa Cecilia si sono esibiti a San Pietro al Giubileo dei Ragazzi

 

di VENANZIO GOVERNATORI

Bianco Padre che da Roma ci sei méta, luce e guida, in ciascun di noi confida, su noi tutti puoi contar”: questo, più o meno giusto, il ritornello di una marcetta cantata almeno fino agli anni ’60 da noi, allora ragazzi “fiamma bianca, verde o rossa” della Gioventù Italiana di Azione Cattolica” (Giac). A distanza di 60 anni parole, musica e ricordi di giochi con amici all’Oratorio mi hanno fatto compagnia durante il viaggio Fabriano – Roma, notte fonda, pioggia a tratti, nessun cedi­mento al sonno, ogni buca stradale inesorabilmente centrata dall’auti­sta, rumori meccanici in continuo divenire. Viaggio solo apparente­mente breve, ansia palpabile poi­ché cantare nel più grande tempio della cristianità fa tremare i polsi ma è il massimo che un gruppo corale possa desiderare; ed è vero che ogni corista ha inteso donare cuore e voce al Giubileo dei Ra­gazzi, un evento straordinario con il significato di cammino, percorso o pellegrinaggio dove ciascuno ha cercato di cogliere il vero senso di una quotidianità che ha perduto di prospettiva oltre ogni immaginazio­ne. Alle ore 10 in punto, i coristi di Santa Cecilia fabrianesi postati a qualche decina di metri dal Sommo Pontefice – anticipando i colleghi della Cappella Sistina per il rituale canto liturgico d’assieme – hanno dimostrato bravura e professionalità eseguendo brani applauditi da una folla di oltre 150.000 persone. L’oc­chio, a guardare dall’alto, si smar­riva…serviva solo guardare tacendo ed ammirare una folla immensa di giovani e la loro gioia, la loro voglia di esserci, di aver raggiunto la méta con striscioni, canti, applausi e pre­ghiere. I venti minuti di concerto, che resteranno impressi per sempre nella mente e nel cuore di tutti i coristi visibilmente emozionati, sono terminati con l’ingresso nella Piazza di Papa Francesco. Accanto a Lui un saliscendi di cerimonieri affaccendati, poi Cardinali e Ve­scovi tra i quali uno, cappuccino, con grande saio e barba ondulata, migliaia di sacerdoti condottieri di un esercito di adolescenti giunti in massa al Giubileo, poi la folla festante nella piazza gremita in ogni dove. Alle ore 10.30 tutti in piedi, il Sommo Pontefice inizia a celebrare la Santa Messa, facciamo ampio il gesto della Croce, incredu­lità continua di esserci, brividi di commozione, il sole prevale sulle nubi. “Il Signore sia con noi”…e ciascuno riflette da par suo, io pen­so che i tempi, per noi tutti, sono decisamente cambiati: è arrivato il momento dell’adattarsi alla vita del giorno dopo giorno ringraziando il cielo della salute e del lavoro, non si riesce più ad individuare l’evolversi degli avvenimenti, né il punto dove saremo da oggi a sei mesi o un anno, tanto meno in che insieme di cose vivremo le nostre stagioni. Eppure l’omelia papale taglia netto, non giustifica dubbi e non ammette alternative “…il vostro programma quotidiano siano le ope­re di misericordia poiché l’amore è la carta di identità dì un cristiano, l’unico documento valido per essere testimoni del Maestro; trovate in voi la soluzione e donate il vostro tempo, la vostra amicizia, le vostre capacità”. Rivolto ai giovani: “…Voi ringraziate il Signore ogni giorno? Anche se noi ci dimentichiamo, Lui non si scorda di farci ogni giorno un dono speciale”. Grazie Santo Padre, di ciascuno “méta, luce e guida”, grazie anche perché rimarrà tra i tuoi ricordi un cappellino bianco con la scritta “Gruppo Corale Santa Cecilia Fabriano”.

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Ancora dal Papa ma che emozione !

di QUINTO BALDUCCI

Non è la prima volta che il Gruppo Corale Santa Cecilia di Fabriano si esibisce in presenza del Santo Padre , basti pensare a Loreto, in Vaticano alla Sala Nervi e nella Cattedrale di Fabriano, ma mai in P.za San Pietro , stracolma all’inverosimile ,in occasione del Giubileo dei Ragazzi di tutto il mondo, cosa che ha suscitato in tutti noi coristi un’emozione indescrivibile. Prestare servizio nella celebrazione eucaristica sul Sagrato della Basilica a pochi metri da Papa Francesco ed in collaborazione con la Cappella Sistina, è stato un onore e un previlegio che ci ha resi orgogliosi ma anche consapevoli del riconoscimento del lavoro svolto negli oltre 60 anni di attività ed in particolar modo della sensibilità che la corale , oltre alla normale attività concertistica , pone nel servizio di animazione liturgica. Il viaggio notturno , non comodissimo , per essere presenti all’ingresso di Porta San Pitriano in P.za Sant’Uffizio alle 7.30 del mattino con il pass gelosamente stretto in mano , non ha turbato più di tanto coristi e  accompagnatori , che una volta ottenuto il via libera dal rigido protocollo del Vaticano e dalla Guardia Svizzera si sono posizionati sul Sagrato nel posto riservato . Da lassù, lo sguardo che si allungava su una piazza immensa che si stava riempiendo, era da mozzafiato e immediatamente come “famelici turisti giapponesi” si sono scatenati i clic delle macchine fotografiche e dei telefonini. Dopo pochi minuti lo sguardo severo del Maestro Paolo Devito  ha subito riportato i coristi alla realtà e al dovere : pronti si canta e con attenzione e concentrazione hanno eseguito, prima della Santa Messa e del Rosario ,alcuni brani a cappella e altri , accompagnati all’organo dalla Maestra Mirella Dirminti , diffondendosi nell’aria verso la piazza, ormai quasi tutta piena fino a Via della Conciliazione. L’entrata di un interminabile stuolo di chierici, sacerdoti , vescovi e cardinali ci fa comprendere che l’ arrivo di Papa Francesco è imminente e infatti lo vediamo uscire dalla Basilica ,accolto dalle grida e dagli applausi della folla. Inizia la Messa , noi concentrati e attenti alla direzione di Don Marcos , ma soprattutto consapevoli dalla presenza di Francesco nemmeno ci accorgiamo di essere giunti alla fine . Il nostro servizio liturgico è terminato ma la scarica di adrenalina non si è ancora assorbita perché essendo in una posizione previlegiata ci viene comunicato che Papa  Francesco, dopo un lungo giro con la Papamobile in piazza San Pietro passerà proprio vicino a noi per rientrare in Vaticano ,ed infatti eccolo che rivolgendosi verso di noi e cercando di afferrare al volo qualche nostro cappellino lanciatogli, ci benedice ma soprattutto ci rassicura e incanta con quel sorriso che trasmette pace , serenità e gioia. Emozione allo stato puro!!!. Il nostro compito ora è davvero terminato e non resta che avviarci allegri e soddisfatti verso il ristorante dove consumiamo un agognato pranzo a Trastevere, a pochi metri dalla Basilica di Santa Cecilia, dove non possiamo fare a meno di eseguire due brani, per ringraziare la nostra Santa Patrona per averci concesso questa straordinaria giornata. Ce ne ritorniamo a Fabriano con la consapevolezza di essere più “ricchi” dentro e pronti ad affrontare con spirito rinnovato nuovi traguardi.

Un grande ringraziamento al nostro Paolo Devito e in particolare all’organista titolare in San Pietro Juan Paradel Solè , che ha fortemente caldeggiato la nostra presenza in questa straordinaria circostanza.

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