Rinalda Pavoni e il canto della lirica
La soprano fabrianese ora rivive in un libro e nel Coro di Santa Cecilia
Rinalda Pavoni (1885-1968) è stata l’ultima dei cantanti lirici fabrianesi. Infatti hanno onorato la città Elisa Petri, Giuseppina Vitali, Raffaele Vitali, Luigi Rinaldini, Francesco Cresci, Teresa Cresci, Gaspare Pacchiarotti. Celebri e idolatrati dal pubblico ai loro tempi, sono presto calati nell’oblio. Non così è successo a Rinalda Pavoni che, forse meno celebre dei suoi predecessori è stata molto amata dai suoi concittadini e mai dimenticati. Così ha iniziato Aldo Crialesi la commemorazione di lei, che si è tenuta di mattino nella chiesa del Sacro Cuore per iniziativa del Gruppo Corale S. Cecilia e del Centro Studi Riganelli. Rinalda è stata una bambina prodigio che a 13 anni già cantava in teatro e che essendo di famiglia povera, fu come adottata dai fabrianesi che la mandarono a studiare all’allora Liceo Musicale Rossini di Pesaro con somma soddisfazione dei suoi concittadini. Divenne una cantante (soprano) di prima grandezza, tra l’altro portando al trionfo a Londra “Zingari” di Leoncavallo. Fu una cantante verista e pucciniana (l’opera più amata e cantata da lei è stata “Madame Butterfly”). Per passare all’insegnamento a Pesaro, come prestigiosa docente sia di canto che di arte scenica (tra i suoi allievi Marcella Pobbe e Franco Corelli). Ritornò nel 1995 definitivamente a Fabriano dove aveva nipoti e pronipoti (Pavoni, Giorgetti e Giuli) e dove godeva della stima di tutta la cittadinanza. Dopo questo ricordo tratto dal libro di Giancarlo Pecci, di recente pubblicazione “La grande artista del popolo fabrianese”, l’omaggio alle memoria della “Brava e buona pavoncina” (è un’affettuosa espressione di Leoncavallo), è stato reso con l’arte dei suoni dal Coro Santa Cecilia, i cui coristi, al tempo degli esordi di don Ugo Carletti, erano stati istruiti localmente da Giulia Pavoni. Diretto dal Maestro Marcello Marini, ha eseguito magistralmente “Ave Maria” di Caccini, il “Carnevale di Venezia”, di Rossini, la scherzosa “Insalata italiana” di Genèe, il canto tradizionale russo “Steppa steppa” (che ha fatto risaltare la voce di Beatrice Mezzanotte) e infine il celeberrimo “Va pensiero” dal “Nabucco” di Verdi. Al termine lunghi applausi al coro S. Cecilia e all’ultima grande cantante lirica fabrianese, di cui non è stato dimenticato il quarantesimo anniversario della scomparsa. Presente tra il pubblico il noto basso Ezio Maria Tisi.