S. Cecilia: versione per coro e organo
Venerdì 25 novembre alle ore 21 nella Chiesa Cattedrale di S. Venanzio il Gruppo Corale di S.Cecilia diretto dal M° Marcello Marini ha eseguito, in occasione della Festività di Santa Cecilia, la Messa in Sol Maggiore di Luigi Cherubini detta “dell’incoronazione” in una speciale versione per coro e organo. Il coro aveva già eseguito il 18 settembre scorso nella Basilica di S.Pietro a Perugia questo lavoro monumentale, come produzione della Sagra Musicale Umbra nella originale versione orchestrale riscuotendo ampi consensi. Pur essendo un’opera assai importante nel panorama della musica sacra ottocentesca l’esecuzione di questa messa è piuttosto rara, data la difficoltà delle parti vocali spinte frequentemente nei registri acuti e considerati i problemi di equilibrio con la massa della compagine orchestrale. L’esecuzione in riduzione organistica, nonostante inusuale ai nostri tempi, era pratica assai frequente nella pratica liturgica soprattutto nel caso di lavori così celebri, (la messa fu composta per l’incoronazione di Luigi XVIII), destinati a rimanere a lungo nel repertorio corale dell’Ordinario. Naturalmente nel caso di quest’opera la scelta della riduzione organistica è assai ardua poiché carica il coro di maggiore responsabilità nella conduzione della trama lirico-corale del discorso musicale. Il coro ha reso le parti della messa con sicurezza evidenziando un’ottima preparazione vocale, in grado di passare da momenti di estrema pienezza della massa corale, come nel Kyrie (che il coro ha introdotto con l’antifona gregoriana di Santa Cecilia) a episodi di grande souplesse e phatos espressivo. Degna di nota è stata l’esecuzione del Gloria dove il coro con una perfetta intesa con l’organo ha reso con grande naturalezza i vari cambiamenti agogici e dinamici giungendo dal fugato del Cum Sancto Spiritu all’Amen, reiterato sulla tessitura acuta delle voci femminili, verso un accellerando reso con grande efficacia espressiva. Importante è stato il contributo del M° Angelo Rosati all’organo che ha saputo rendere dinamiche e registrazioni efficaci timbricamente giocangiocando con lo sweller dell’organo, mantenendo precisione e interazione col coro nel riverbero della cattedrale e con un organo che non brilla certamente per velocità di trasmissione. Di grande impatto è stato l’Agnus che ha concluso la messa in cui il coro ha saputo trovare timbriche assai adeguate al contesto espressivo. Sempre di Cherubini il bis che il coro ha eseguito a cappella sulle gradinate antistanti l’altare, degna conclusione di questa festività. Il gesto eloquente, lirico e comunicativo del Direttore Marcello Marini è certamente stato uno degli ingredienti più importanti nella riuscita del concerto, infatti la lettura di Marini di questa Partitura ha teso ad esaltare l’espressività e la solidità formale al tempo stesso, traendo un’ interpretazione, secondo il mio modesto giudizio, molto vicina allo spirito dell’autore e alla tradizione classica e romantica. Anche il coro, che ho avuto modo di ascoltare in diverse occasioni negli ultimi anni, sembra aver trovato sotto la guida di Marini una maggiore compattezza e duttilità vocale, la bellezza timbrica delle voci femminili e la cura del suono nelle sezioni maschili acute, la pienezza dei bassi, denotano un salto di qualità di questo gruppo corale, il più antico nella nostra città, che sta compiendo un cammino di sviluppo nel segno della qualità del cantare e del fare musica, qualità che viene molto spesso dimenticata nel panorama di immondizia musicale di cui i mass-media ci bombardano quotidianamente. Ritengo che fare ed ascoltare musica artisticamente valida costituisca un’elevazione non solo del livello culturale ma anche di quello sociale di una città. Per questo spero che l’amministrazione comunale accresca sempre più il sostegno a tutti i gruppi che come quello Corale Santa Cecilia occupano il loro tempo per fare musica di qualità. Marco Agostinelli