Santa Cecilia fa tris

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Santa Cecilia fa tris

Sono state una vera apoteosi al genio di Salisburgo W.A.Mozart , nell’ occasione del 250°anniversario della sua nascita, e vissute  nell’ arco di una settimana, nei giorni 1,3 e 5 dicembre, le esecuzioni  del Requiem k 626 per soli coro ed orchestra, ultima opera di Mozart, eseguite dai Cori”Santa Cecilia” di Fabriano e “Marietta  Alboni” di Città di Castello assieme all’ Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’ Umbria , ed ai solisti Michela Sburlati, soprano; Chiarastella Onorati, contralto; Claudio Di Segni ,tenore; Ezio Maria Tisi, basso e la direzione del M° Giuliano Silveri , direttore del Conservatorio di Musica di Perugia , fondatore e direttore stabile dell’ Orchestra.
Prima esecuzione nel Teatro Gentile di Fabriano  per l’ inaugurazione della stagione sinfonica i “Concerti del Gentile”, organizzata dalla Fondazione Carifac, Comune di Fabriano con la consulenza della Gioventù musicale d’ Italia sez. di Fabriano. Cosi scrive il critico Stefano Ragni sul Giornale dell’Umbria :” Un cast vocale di eccezione , imprime al Requiem di Mozart della Sinfonica di Perugia e dell’ Umbria, il timbro di una proposta di alto livello. Siamo agli sgoccioli dell’ anno mozartiano, e la compagine diretta da Giuliano Silveri rinnova il felice connubio con le corali “Santa Cecilia” di Fabriano e la “Marietta Alboni” di Città di Castello, raddoppiando il successo del Cherubini di due anni fa. Stavolta  naturalmente si tratta del Requiem mozartiano, opera di profondità abissale che, come un’antica statua romana mutila, ci interroga  su quale avrebbe dovuto essere il suo vero profilo se il suo autore lo avesse completato. Aureola di ogni cultura del sacro che abbia rinunciato alle lacrime per contemplare il volto di Dio attraverso il velo dell’Angelo della consolazione , il Requiem è opera terrena priva di tristezza. Attraverso un pertugio che si è aperto nel cielo dell’Apocalisse contempla la sede dei beati , ma prova ancora il brivido di chi deve attraversare il varco del trapasso. E questo avviene nel “Lacrimosa”, ultimo transito umano oltre il quale c’è solo il silenzio. E qui giustamente ogni buona esecuzione si ferma. Da questo momento la musica diventa pulsazione divina , propagatrice di una dimensione infinita  del divinire. Chi ha avuto il coraggio di completare il Requiem all’ indomani della scomparsa di Mozart ha scritto una musica di disarmante semplicità , che tuttavia riesce a vivere di un persuasivo riverbero di quanto avvenuto prima. Nel Teatro Gentile di Fabriano , scrigno architettonico dalla  propagazione sonora di straordinaria elasticità, il complesso sinfonico umbro e le due corali hanno richiamato un pubblico di eccezionale portata”. Pubblico numerosissimo ,  anche  a Città di Castello per la seconda esecuzione , promossa da tre importanti associazioni cittadine : il Circolo Culturale “Luigi Angelini”, l’Associazione “Amici del Festival delle Nazioni” , il Circolo “Accademia degli Illuminati”. Più di mille persone,  nel magnifico scenario della Cattedrale tifernate, hanno ascoltato in un silenzio quasi irreale, i 170 esecutori del capolavoro assoluto della musica sacra di tutti i tempi . Il pubblico si è fatto sentire, e come , al termine dell’ esecuzione, tributando agli interpreti oltre dieci minuti di applausi. I complessi sinfonici hanno ringraziato concedendo il bis della parte piu’ intima e nobile dell’ opera: il “Lacrimosa”.
La breve ma intensa programmazione della Sinfonica e dei Cori  umbromarchigiani  ha avuto il suo  epilogo, terza esecuzione , al Teatro Morlacchi di Perugia , su organizzazione della Croce Rossa e del Conservatorio di musica ,che ha voluto cosi inaugurare l’ inizio dell’ anno accademico 2006/07,  proprio significatamene  il 5 dicembre  , giorno in cui Mozart spirò , cinquantacinque minuti dopo la mezzanotte , cercando di sollevarsi per prendere l’ostia dei moribondi, che gli porgeva il sacerdote. Anche al “Morlacchi” il tutto esaurito e pubblico entusiasta.
In tutti e tre i concerti da rilevare la bella interpretazione delle due magnifiche interpreti soliste , il soprano Michela Sburlati dalla bella vocalità , unita al fraseggio morbido e sicuro e il contralto Chiarastella Onorati dal bel colore vocale molto  preparata e con solidi studi pianistici al suo attivo. Composto e giusto il suono del basso Ezio Maria Tisi , mai in eccesso, come Mozart richiede; una bella voce quella del basso fabrianese che ha trovato la massima esaltazione nell’ aria del “Tuba Mirum”. Omogenea anche l’ interpretazione del tenore Cludio de Segni , cantante dal curriculum straordinario con trent’anni di attività artistica.
L’Orchestra di Perugia e dell’ Umbria ha confermato di essere la migliore istituzione sinfonica operante stabilmente in Umbria , un complesso plasmato con dovizia dal M° Silveri  grazie ad un’ attività ininterrotta da vari anni.
Infine il Coro , o meglio i due Cori il “Santa Cecilia” di Fabriano e l’”Alboni” di Città di Castello, che operano sotto le mani esperte di Marcello Marini, uno  dei maestri più competenti e dinamici della polifonia italiana dal segno netto ed efficiente .
I coristi hanno risposto alle sollecitazioni del direttore con agilità sicure nell’ impervie fughe del Kyrie, del Domine Jesu Christe e del Communio.  Bellissimi e potenti il Rex tremendae e il Confutatis .Impeccabili  l’ intonazione , il fraseggio e la tenuta vocale nel punto più intimo e difficile del Requiem “Lacrimosa”, che ha suscitato veri e propri brividi sia tra gli ascoltatori che tra gli stessi esecutori.
Operazione culturale pienamente riuscita che premia tutte le associazioni promotrici dell’ evento a conferma che quando le migliori forze della cultura  si ritrovano in un unico progetto, possono regalare profonde emozioni , come quelle vissute in questa straordinaria settimana.

Baldo

 

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